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Regali introvabili, parenti per casa, cenone da preparare, glitter ovunque. Bello il Natale… Sì, prima dei figli

Non odiamo il Natale, è il contorno di glitter, feste e canzoni discutibili che ci mette ansia.

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Regali introvabili, parenti per casa, cenone da preparare, glitter ovunque. Bello il Natale… Sì, prima dei figli
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Diciamocelo: le lucine di Natale sono bellissime, e andrebbero tenute tutto l'anno. Quello che non si regge è tutto il resto, tra regali introvabili e da incartare, parenti in giro per casa, cenone da preparare, glitter appiccicati ovunque, canzoni di Natale cantate h24. Ma, purtroppo, di bambini indifferenti al Natale non ne ho ancora conosciuti, quindi ci tocca fingere per loro.

Dalle canzoni più o meno orecchiabili a quelle che fanno diventare collerici (prime tra tutte quelle di Mariah Carey e José Feliciano), fino ad arrivare alla vista dei poveri commessi con cappellini da Babbo Natale, dall'aria altamente polverosa e infiammabile, dobbiamo fingere entusiasmo e coinvolgimento emotivo, sin dal primo: "Mamma, hanno messo le decorazioni di Natale!". Oddio, è ricominciata…

A quel punto, tutti noi siamo passati per le decorazioni natalizie fatte con tanta gioia dai nostri pargoli, di quelle che lasciano colla e porporina appiccicate alle porte fino a Pasqua.

Se si acquistano con la collaborazione dei bimbi, invece, possiamo essere sicuri che verranno scelte le cose più pacchiane del nostro emisfero. Ho ancora una catena di luci che perfino a casa mia viene oramai guardata con un certo imbarazzo. Nemmeno l'avessi scelta io. Ma la lascio, a imperitura memoria dei sacrifici estetici di una madre amorevole.

Non è che siamo cattivi e vogliamo cancellare il Natale, è che tutto il contorno è davvero insostenibile

Non è che siamo cattivi e vogliamo cancellare il Natale, è che tutto il contorno è davvero insostenibile, per la maggior parte di noi: feste in piazza con finti Babbi Natale, tombole interminabili, giochi, giochi e ancora giochi. E quando non si gioca, si mangia o si cucina. O si pulisce la cucina, ovviamente.

Tutta la preparazione dei regali, la ricerca di quello più utile o gradito, i parenti, dei quali pochi sono utili e graditi, il gelo mentre si sistema la ghirlanda sulla porta e non si riesce a farla stare dritta, quella felicità costante che fa sentire in colpa perché in quelle due settimane di pausa si vorrebbe solo dormire e ancora dormire.

Poi, all'improvviso, il Natale passa. E noi siamo sollevati, e quasi quasi un po' ci dispiace, perché alla fine non è stata così drammatica, e dai, tutto sommato ci siamo quasi divertiti. Fino a quando non sentiamo la frase: "Ah, mamma… Ho ancora i compiti per la vacanze da finire".

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