Chi è cresciuto negli anni '90 se lo ricorderà. A un certo punto, intorno al 1997 o 1998, tutti i bambini e tutte le bambine dovevano avere uno yo-yo. Non di quelli in legno: la novità era che i nuovi yo-yo si illuminavano, erano in plastica trasparente e ci si poteva fare le più stravaganti evoluzioni (o almeno ci si provava). Una storiella nostalgica inutile? Forse, ma lo yo-yo è uno di quei giocattoli che ciclicamente tornano prepotentemente di moda tra bambine e bambini, e un motivo ci sarà!
Non è solo grazie ai cartoni animati a lui dedicati: lo yo-yo è davvero intramontabile e ogni anno il 6 giugno si celebra la sua festa.
La storia dello yo-yo
La storia dello yo-yo, come molti giocattoli e attività ludiche infantili, risale a migliaia di anni fa: ci sono testimonianze addirittura nell’antica Grecia. Sebbene non sia chiaro esattamente dove sia nato il primo, si sa che un giocattolo di questo tipo era già presente in diverse culture antiche.
Tuttavia, è nell'antica Cina che lo yo-yo ha iniziato ad assumere la forma che conosciamo oggi: i cinesi utilizzavano un oggetto simile, che consisteva in due piatti collegati da un asse e che veniva lanciato e catturato da un filo.
Furono poi i britannici a portare lo yo-yo in Occidente. Era il diciassettesimo secolo e lo chiamarono bandalore.
Nel corso degli anni, sono state sviluppate diverse tipologie di yo-yo per soddisfare le esigenze e le preferenze dei bambini, ma anche dei giocatori adulti (ci sono veri e propri campionati). Le varietà includono yo-yo a cuscinetto a sfera, responsivi, non responsivi, a doppia funzione… Gli yoy-o moderni presentano quindi design davvero molto avanzati che permettono prestazioni ottimali.
Come funziona
Uno yo-yo è formato da due piccole coppe (che ricordano due dolcetti macaron) unite lungo un asse centrale e da un cordino di cotone o fibre sintetiche che viene afferrato e legato alla mano di chi sta giocando. La corda è avvolta sull’asse e lanciando lo yo-yo le coppette scorrono lungo essa, per poi tornare su grazie al movimento e alla fisica.
Oltre a essere divertente e stimolante perché permette di accennare e perfezionare piccole evoluzioni e giocolerie, quindi, lo yo-yo è affascinante proprio per quanto riguarda il suo funzionamento e la sua struttura. È così composto:
- Guscio o corpo: È la parte esterna, solitamente realizzata in plastica, legno o altri materiali leggeri.
- Asse: È una barra di metallo o plastica che attraversa il corpo dello yo-yo e che permette alla corda di avvolgersi e svolgersi intorno ad esso. L’asse è fondamentale per il movimento rotazionale.
- Cuscinetto: Si tratta di una piccola parte cilindrica o a forma di anello posta intorno all'asse. Il cuscinetto riduce l'attrito durante il movimento del yo-yo, consentendo di girare a lungo e mantenere una rotazione fluida.
- Corda: È il filo sottile e resistente che viene legato all’estremità dell'asse del yo-yo. La corda è ciò che permette di lanciare e recuperare lo yo-yo durante il gioco.
La combinazione di movimenti, trucchi e abilità del giocatore o della giocatrice determina la varietà di acrobazie che possono essere realizzate con lo yo-yo. Con pratica e padronanza, è possibile creare spettacolari mosse e sequenze.
Yo-yo: sport e arte
Negli ultimi decenni lo yoyo ha guadagnato popolarità diventando in tutto e per tutto uno sport competitivo. Ci sono gare e fiere di yo-yo in tutto il mondo, con giocatori e giocatrici che si sfidano in diverse categorie di abilità e stile.
Oltre alle competizioni, lo yoyo è anche considerato una forma d'arte. Gli artisti e le artiste dello yo-yo combinano movimenti fluidi, acrobazie e musica per creare performance straordinarie che catturano l'attenzione del pubblico.
Un gioco stimolante
Come molte attività che richiedono una certa manualità, giocare con lo yo-yo non è solo divertente, ma anche molto utile ad "allenare" alcune abilità psicomotorie.
Per destreggiarsi con questo giocattolo roteante occorre infatti una buona coordinazione muscolare, molta creatività per immaginare e realizzare le evoluzioni più complesse, nonché una certa dose di pazienza per ripetere e ripetere tutti i movimenti necessari per il completamento delle piccole – ma spettacolari – acrobazie.