Secondo la scienza, l’aborto non incide sulla fertilità. Chi ha perso un figlio, potrebbe rimanere incinta poco dopo e vivere una gravidanza sana e tranquilla. Il concepimento potrebbe avvenire già durante il primo ciclo di ovulazione dopo l’aborto e il test potrebbe risultare positivo già a qualche settimana dall’interruzione della gravidanza. Ecco perché nel caso in cui si volesse evitare di rimanere di nuovo incinta, è opportuno ricorrere fin da subito alla contraccezione se si hanno rapporti sessuali.
Dopo quanto si può rimanere di nuovo incinta?
L'aborto non modifica il normale ciclo di ovulazione. Dopo un'interruzione di gravidanza, l’ovulazione potrebbe avvenire già a due settimane dall'aborto, tuttavia i cicli mestruali variano nella durata e chi ha cicli brevi potrebbe ovulare prima. A questo proposito, l’American College of Obstetricians and Gynecologists sottolinea che:
Le mestruazioni di solito ritornano da 4 a 6 settimane dopo un aborto. Puoi rimanere incinta anche prima che torni il ciclo.
I tempi di attesa che intercorrono fra l’aborto e un’eventuale nuova gravidanza potrebbero essere influenzati, fra le altre cose, dalla durata della gravidanza interrotta. In caso di un aborto tardivo, avvenuto più tardi e non nei primi mesi di gestazione, infatti, la donna potrebbe non ovulare per diverse settimane dopo l’interruzione a causa della permanenza degli ormoni della gravidanza nel corpo per un periodo di tempo più lungo.
Se, dopo un aborto recente, il test di gravidanza risulta positivo, è raccomandabile consultare il medico per determinare se si tratta di una nuova gravidanza o se il risultato del test è dettato dalla presenza degli ormoni della gravidanza interrotta che sono rimasti nel corpo. Chi è reduce di un aborto avvenuto per motivi medici, potrebbe richiedere una valutazione completa da parte di uno specialista prima di avere rapporti non protetti e tentare di avere un figlio. La visita cercherebbe di capire se la paziente è a rischio di sperimentare o meno un’interruzione simile con una nuova gravidanza.
Nel caso in cui, invece, reduci di un aborto, si vogliano evitare le due lineette sul display del test domestico, è possibile utilizzare qualsiasi metodo contraccettivo, incluso un dispositivo intrauterino.
Test di gravidanza positivo dopo un aborto: come interpretarlo
Nel caso di un test di gravidanza positivo effettuato a poca distanza da un aborto è opportuno essere cauti nell’interpretazione del risultato. È vero che, già a distanza di due settimane dall’interruzione di gravidanza, è possibile rimanere incinta, tuttavia è altrettanto realistica l’opzione di assistere a un falso negativo.
Il test, infatti, a qualche settimana dall’interruzione di gravidanza, potrebbe intercettare quegli ormoni della gravidanza che sono ancora presenti nel corpo, rilevando nelle urine livelli significativi della gonadotropina coranica umana (hCG). Potrebbero volerci giorni o settimane prima che gli ormoni della gravidanza passata siano smaltiti del tutto. Per sciogliere qualsiasi dubbio, quindi, è opportuno, in caso di test positivo dopo un aborto recente, sottoporsi a un’ecografia o a un esame del sangue, così da verificare con sicurezza se la gravidanza è in corso o se si trattava di un risultato inattendibile.
Per tutti questi motivo il consiglio maggiore, da parte degli specialisti, resta perciò quello di attendere il primo ciclo mestruale e il Beta-hCG negativo dopo l'aborto prima di cercare una nuova gravidanza.
Rischi in caso di una futura gravidanza
Come precisa l’American College of Obstetricians and Gynecologists, un aborto non comporta infertilità né, più in generale, danneggia la salute della donna. Nello specifico, l’ACOG dichiara che:
È importante sapere che nella maggior parte dei casi l'aborto non influisce sulla salute futura. L'aborto non aumenta il rischio di cancro al seno, depressione o infertilità.
L'aborto, dunque, non ha ripercussioni sulla futura fertilità di una donna in caso di aborti farmacologi e, in genere, anche per le altre procedure di aborto.
L'unica eccezione è se una procedura di aborto provoca aderenze intrauterine, note anche come sindrome di Asherman, complicazioni rare che potrebbero derivare da qualsiasi tipo di intervento chirurgico nell'utero, gravi infezioni pelviche o radiazioni al bacino. In casi simili, potrebbe rivelarsi utile il consulto di uno specialista di fertilità, che potrebbe aiutare la paziente a capire se e quali trattamenti di fertilità sperimentare per rimanere incinta.