Tornare al lavoro dopo aver partorito non è una passeggiata. La gravidanza e il periodo che la segue prevedono un forte stress emotivo e fisico e tornare a riempire la propria scrivania, ristabilendo la routine quotidiana dopo essersi assentate, non è semplice. Soprattutto perché bisogna pensare a dove lasciare il bambino mentre si ritorna al desk. Una volta conclusi i 5 mesi di congedo di maternità, per le mamme che ne possono beneficiare, tornare al lavoro è necessario per far fronte a tutte le spese che crescere un figlio comporta, a questo punto bisogna scegliere a chi lasciare il bambino mentre si è al lavoro. Le ipotesi sono diverse, se i nonni si rendono disponibili i bimbi possono stare con loro, altrimenti occorre iscriverli al nido o chiamare una tata.
Asilo nido o micronido
Lasciare il bimbo alle cure di strutture pubbliche o private come l'asilo nido e il micronido permette di essere sicuri che i piccoli siano in un ambiente adatto a loro e curati da personale competente. I posti per i bambini sembrano però introvabili nel pubblico e intoccabili nel privato. Secondo l'ultima indagine di Altroconsumo si parla di rette che nel pubblico si aggirano attorno ai 500€ mensili e che nel privato possono arrivare anche a 800€. I piccoli possono partecipare alle attività proposte dalle strutture dal compimento del terzo mese di vita, fino ai 3 anni.
Alcune aziende offrono ai dipendenti una soluzione più economica e in grado di permettere loro di conciliare davvero lavoro e genitorialità ossial'asilo nido aziendale che si trova nella struttura in cui lavorano o a pochi metri da lì.
Nonni
I nonni possono essere un'ottima soluzione, se non stanno più lavorando e si mostrano disponibili a tenere il bebè. Sono reperibili in qualsiasi momento e, soprattutto, non devono essere pagati per prendersi cura del bebè, permettendo dunque ai genitori di non avere ulteriori spese da affrontare.
È importante però non obbligare il bambino a stare con i nonni, né tanto meno costringere loro a prendersi cura del bambino, la scelta deve essere condivisa. Se i nonni, poi, si dimostreranno disponibili a tenere il bebè è bene che seguano la stessa linea educativa che già i genitori mettono in pratica con il bimbo e che seguano le loro indicazioni in ogni aspetto della cura del bebè.
Baby sitter
Una delle alternative, quando si rientra al lavoro dopo il congedo di maternità, è lasciare il piccolo con la baby-sitter. In questo modo il bambino, che già starà sperimentando per la prima volta il distacco dalla mamma, non dovrà abituarsi a un nuovo ambiente, ma rimarrà a casa sua con i propri giocattoli e le proprie abitudini. La cosa importante è scegliere una persona competente, per farlo basterà contattare un po' di profili e fare in modo che rispondano alle esigenze che per noi sono fondamentali nella cura del bambino.
Possiamo chiedere ad amici che hanno già avuto esperienza con una balia di indicarci il nome di una persona fidata o affidarci ai siti dove si trovano i profili di persone che sono state formate per svolgere la professione e magari hanno anche fatto dei corsi di primo soccorso. La baby-sitter, a differenza dei nonni, ovviamente è un costo per la famiglia, mediamente, a seconda della zona in cui opera, questo si aggira attorno agli 8-9€ all'ora.
Tagesmutter o tagesvater
La tagesmutter o il tagesvater sono figure professionali che, dopo aver seguito un corso di formazione e aver ottenuto un attestato, trasformano la propria abitazione in una struttura adatta all'accudimento di al massimo 5 bambini alla volta. Anche in questo caso possono accedere al servizio i bambini dal compimento del terzo mese fino ai tre anni.
Scegliere questa soluzione per il bimbo significa avere una persona competente che si prende cura di lui e di pochi altri bimbi, in un ambiente familiare, simile alla sua abitazione, ma dove il piccolo ha modo di giocare e socializzare con altri bambini. I costi sono inferiori rispetto ad asilo nido o micronido, a seconda dell'ISEE i genitori arrivano a pagare al massimo 300€, per un servizio che ha orari più flessibili.