È un momento importante questo per i genitori romani che desiderano iscrivere i propri piccoli ad un asilo nido comunale per l’anno scolastico 2023-2024. Le iscrizioni online per accedere alla graduatoria sono aperte fino al 22 marzo. Questo, però, rappresenta anche un momento di svolta per le tantissime famiglie arcobaleno romane che iscriveranno i loro piccoli al nido, perché sui moduli di iscrizione potranno definirsi entrambi “mamma” o entrambi “papà”.
«Roma Capitale ha finalmente raggiunto un importante risultato per il riconoscimento dei diritti delle famiglie omogenitoriali e di tutta la comunità Lgbtqi+, che da anni chiedeva un intervento in questa direzione» ha dichiarato l'assessora alla scuola Claudia Pratelli, facendo riferimento alle battaglie che da anni portano avanti associazioni a favore dei diritti delle comunità Lgbtqi+, all’impegno costante dell’amministrazione, degli assessorati e delle commissioni competenti del comune di Roma. «Già sotto l'amministrazione Raggi avevamo chiesto che fosse introdotta questa possibilità nei moduli di iscrizione ai nidi, grazie all'assessora Pratelli, a Marilena Grassadonia, responsabile dell'Ufficio LGBT+ di Roma e in generale alla nuova giunta Gualtieri, abbiamo raggiunto questo obiettivo» ha commentato a Wamily la presidente dell'associazione Famiglie Arcobaleno, Alessia Crocini.
I nidi romani e le novità per l'anno 2023-2024
La Giunta di Roma Capitale con due delibere pubblicate a febbraio 2023 ha rinnovato i criteri della graduatoria che permette alle famiglie di accedere in via prioritaria ai servizi educativi per la fascia 0-3 anni.
Le innovazioni sono tutte volte ad agevolare le famiglie, permettendo loro di conciliare le attività lavorative e di studio con l'accudimento dei loro piccoli. Innanzitutto le famiglie potranno scegliere fino a 6 servizi educativi per la fascia 0-3 e avranno la possibilità di scegliere anche un settimo servizio presentato al di fuori del comune.
Tra le novità, la più importante riguarda proprio le famiglie omogenitoriali che potranno iscrivere i propri figli al nido senza dover dichiarare il falso nel modulo di iscrizione, ma barrando due volte la voce “mamma”, o due volte quella “papà”. Un immenso passo avanti nel percorso, ancora molto lungo, di riconoscimento di pari diritti a tutte le famiglie che abitano il nostro Paese.
Roma non è la sola. Già il comune di Milano aveva introdotto la generica dicitura "genitori", per ridurre le discriminazioni, altri comuni si muovono in questo senso ma è importante che a fare questo passo sia stata anche la Capitale d'Italia. Roma permette a mamme e papà di utilizzare i nomi con cui i piccoli chiamano i loro genitori arcobaleno, anche perché chiamare le persone con il loro nome è l’unico modo per accettarle veramente.
Alessia Crocini sottolinea l'importanza di questa introduzione dicendoci: «Finalmente anche Roma riconosce i suoi cittadini più piccoli che hanno una famiglia differente da quella della maggior parte degli altri bambini. Perché essere una minoranza dal punto di vista numerico non significa non dover avere gli stessi diritti».
La decisione è stata espressa dalla sede dell’Assessorato della scuola di Roma, a pronunciarsi in merito sono state l’Assessora alla scuola Claudia Pratelli, l’Assessora Monica Lucarelli alle Pari opportunità, la Presidente della Commissione Scuola Carla Fermariello, Michela Cicculli, Presidente della Commissione Pari opportunità e Marilena Grassadonia, responsabile dell'Ufficio LGBT+ di Roma Capitale.
Due mamme e due papà nei documenti ufficiali
La domanda che ora sorge spontanea è come facessero prima d'ora a Roma i membri delle famiglie omogenitoriali a segnalarsi sui moduli di iscrizione al nido per i loro piccoli. Un genitore spuntava la casella con la scritta “mamma” o “papà”, mentre l’altro per il burocratese poteva al massimo segnalarsi come “persona che esercita la patria potestà”.
La difficoltà di scrivere due volte mamma o due volte papà sui documenti ufficiali è un tema che ricorre spesso nel dibattito politico ma i genitori delle famiglie omogenitoriali non si sono passivamente arresi a vedere il loro nome femminile associato alla dicitura "padre" o quello maschile alla dicitura "madre". Dopo che il 31 gennaio 2019 l'allora Ministro dell'Interno Matteo Salvini ha emanato un decreto nel quale sostituiva la dicitura "genitori" sulle carte di identità elettroniche, con le parole "padre" e "madre", negando di fatto l'esistenza di uno dei due genitori nel caso di famiglia omogenitoriale, tante sono state le cause indette dalle famiglie omogenitoriali.
La scelta è stata mossa dal fatto che non permettere alle persone di dichiarare il vero, nascondendosi dietro un appellativo che non corrisponde alla loro persona, è lesivo della loro dignità e li obbliga a dichiarare il falso nei documenti ufficiali o validi per l'espatrio.
Ad oggi grazie alla decisione presa dal Comune di Roma i genitori potranno chiamarsi col proprio nome, autodichiarando la sentenza o l’atto di iscrizione e trascrizione anagrafica che specifica come è composta la famiglia. Alessia Crocini sottolinea quanto spettasse di diritto alle famiglie omogenitoriali (quelle che hanno già un riconoscimento legale di entrambi i genitori) veder riconosciuti i loro rispettivi ruoli genitoriali anche sulla carta: «Parliamo di moduli di iscrizione di bambini che hanno già legalmente due genitori. Averli riconosciuti anche sull’iscrizione è solo un loro diritto legale. Non si tratta quindi di un'autodichiarazione dei genitori intenzionali, ma è un autodichiarazione che possono fare solo i genitori riconosciuti. E voglio dirlo per sottolineare che quando qualcuno dice che le famiglie arcobaleno non esistono dovrebbe andare a guardare quello che accade davvero nella realtà».
La speranza è che dopo Roma si aprano all’accoglienza delle famiglie arcobaleno tutti gli altri comuni italiani, a partire dalla compilazione dei documenti ufficiali. Compilare i moduli definendo i ruoli genitoriali corretti è il primo passo, al quale poi ne devono seguire altri come la promozione di iniziative che permettano ai bambini già da piccoli di conoscere tutte le tipologie di famiglie.
Anche perché, come ha sottolineato l'assessora Pratelli, una mossa come quella del comune di Roma è un atto dovuto per il riconoscimento di pari dignità a tutte le famiglie: «Oggi ci sintonizziamo con la realtà, che è già, di fatto, costituita da tanti diversi tipi di famiglie e ci schieriamo dalla parte dei diritti, delle bambine e dei bambini e dei loro genitori».
É importante che il cambiamento parta proprio dai moduli per l'iscrizione all'asilo nido, il primo luogo in cui i piccoli si approcciano al mondo dell'educazione al di fuori delle mura di casa, da dove partirà la loro formazione per diventare gli adulti di domani. Bambini allenati alla diversità, intesa come arricchimento e scambio, sono bambini consapevoli di vivere in un mondo pronto ad accoglierli sempre, indipendentemente da chi li ha generati o da chi decideranno di amare. Queste sono le basi per essere bambini felici e diventare adulti liberi.