Il rooming-in è la pratica che consente a madre e neonato di rimanere nella stessa stanza della madre sin dalle primissime ore successive al parto, 24 ore su 24.
Questa modalità ospedaliera è ormai promossa da tutte le maggiori organizzazioni internazionali di sanità (OMS e UNICEF comprese), tuttavia negli ultimi i tempi sono emersi alcuni aspetti rivedibili nel protocollo attualmente utilizzato per garantire la salute e il benessere di mamme e bambini, soprattutto dopo il tragico episodio dello scorso gennaio dove all'ospedale Pertini di Roma un bimbo è rimasto accidentalmente soffocato dal corpo della madre addormentatasi in seguito dalle fatiche del travaglio.
Anche per questo il Ministero della Sanità si è dunque attivato per aggiornare linee guida attiva da quasi cinquant'anni e nel corso di una lunga intervista al Corriere della Sera, è stato lo steso Ministro Orazio Schillaci ad anticipare i punti salienti del nuovo regolamento redatto con l'ausilio di rappresentati del'Istituto Superiore della Sanità (ISS), dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (AGENAS) e delle varie Regioni.
Nel documentato illustrato da Schillaci emerge dunque una maggiore attenzione al disagio materno nei momenti immediatamente successivi al parto, più attenzione alla verifica delle buone pratiche da attuare e, soprattutto, la necessità d'integrare nuove figure professionali in grado di fornire un adeguato supporto, sia pratico che psicologico, alle neo-mamme.
Le nuove direttive, dunque, forniranno preziose indicazioni per verificare la sicurezza di donne e bebè, favorendo la personalizzazione dei trattamenti per venire incontro alle esigenze delle singoli pazienti. Il tutto però senza svalutare l'importanza di promuovere il "contatto pelle a pelle" e continuare a sostenere sia l'allattamento sin dai primissimi momenti del post-partum, sia il ruolo centrale dell'altro partner, il cui accesso ai reparti maternità dev’essere sempre garantito.
Tali misure ovviamente influiranno anche sul bisogno sempre più urgente di colmare le gravi carenze di personale che interessano moltissimi reparti neonati del Paese.
«Ho in mente l’istituzione di un apposito gruppo di lavoro con l’obiettivo di affrontare la questione della carenza del personale sanitario – ha dichiarato Schillaci al Corriere, sottolineando però come le operazioni di sorveglianza per monitorare il rooming-in non richiedano un effettivo aumento del personale sanitario, ma semplicemente un sistema più organizzato e strutturato.