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Ruba bandiera: le regole del gioco e le varianti

Ruba bandiera è un gioco senza limiti di età, basta essere almeno in 10 e avere a disposizione un ampio spazio per giocare. Le sue regole sono apparentemente semplici, ma insegnano ai bimbi l'importanza di trovare compromessi, allenando il corpo e le loro capacità cognitive.

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Ruba bandiera: le regole del gioco e le varianti
Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’età evolutiva
giocando s'impara
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Ruba bandiera è un gioco tradizionale per bambini, che può essere organizzato facilmente in ogni luogo, purché lo spazio di gioco non sia troppo piccolo e i partecipanti siano almeno una decina. Possiamo iniziare una partita in cortile, nei campi da gioco, nell'atrio della scuola, in spiaggia, nei prati. Anche perché l'unico oggetto necessario per iniziare a giocare è un semplice pezzo di stoffa (fazzoletto, foulard, maglietta, staccio ecc).

Le regole di Ruba bandiera

Le regole sono molto semplici: i giocatori sono divisi in due squadre, disposte in riga l’una di fronte all’altra alle estremità del territorio di gioco. Chi tiene la bandiera si posiziona al centro, equidistante dalle due squadre. Se c’è la possibilità, può essere facilitante tracciare per terra le linee dove si devono posizionare le squadre e la linea di metà campo (tre linee parallele quindi). I giocatori di ogni squadra vengono numerati progressivamente a partire dal numero uno. Una volta assegnati i  numeri, si comincia.

bambini in fila

Chi tiene la bandiera chiama un numero, i due giocatori (uno per ogni squadra quindi) corrono verso la bandiera: per fare punto è possibile prendere la bandiera e portarla oltre la linea dov’è posizionata la propria squadra senza farsi “prendere” (ossia toccare) dall’avversario, oppure toccare l’avversario che ha preso la bandiera e sta correndo. Vince ovviamente la squadra che fa più punti.

Cosa insegna ai bambini

È davvero così semplice? Apparentemente! Vi è innanzitutto una fase iniziale di preparazione del gioco che richiede una discreta padronanza delle regole sociali: i giocatori devono infatti dividersi in squadre (con quale criterio? Chi le decide? Scegliamo due “capitani” che scelgono i propri giocatori? Oppure decidiamo di dividerci in modo casuale?) e numerarsi, cosa non così scontata dato che il numero che ho mi dice chi sarà il mio avversario diretto, e qui cominciano i primi bisticci del “io contro di lui no che è troppo veloce”, “eh ma non vale contro di lui è troppo semplice” ecc. ecc.

I bimbi dovranno stabilire regole condivise e cercare compromessi

E quindi ecco che vediamo i nostri bambini stabilire regole condivise e cercare compromessi. Rimanendo sempre sull’aspetto sociale, ci sarà a fine partita una squadra vincitrice, sarà curioso osservare come i nostri bambini reagiranno alla sconfitta e alla vittoria: accettano di perdere? Danno la colpa ai compagni di squadra? Si arrabbiano con sé stessi? E chi vince, riesce a stare vicino ai compagni dell’altra squadra? Oppure si vanta e deride?

Iniziato il gioco vero e proprio, ecco che bisogna aspettare di venire chiamati: capacità di sostenere i tempi d’attesa quindi, unitamente all’esercizio di attenzione continua circa i numeri chiamati e di tempi di reazione più brevi possibili al momento di correre. Tutto tenendo sempre in memoria il numero che è stato assegnato a inizio partita. Che allenamento per le funzioni cognitive!

giocare insieme

Vi sono poi le competenze motorie, quelle a cui forse si pensa più facilmente pensando al gioco: la corsa veloce verso un obiettivo, la capacità di arrestarsi davanti alla bandiera e riprendere poi lo scatto, allungare il braccio per prendere la bandiera o il compagno sono tutte coordinazioni grosso-motorie, e in parte oculo-motorie, che crescendo si affineranno sempre di più.

Le varianti di ruba bandiera

Non è stato indicato un limite di età perché… Non esiste! A partire dai primi anni di scuola materna i bambini potrebbero già fare giochi come questo, con semplici regole e un numero limitato di giocatori. Crescendo le varianti possono essere molteplici, eccone alcune.

  • Doppio portabandiera: ci saranno due bambini o due adulti a tenere due bandiere, ovviamente entrambe equidistanti da ogni squadra: chiamato il numero, una sola bandiera sarà alzata, così che i giocatori dovranno osservare quale e dirigersi verso la giusta meta prima di partire, inibendo l’impulso di iniziare subito a correre sentendosi chiamati.
  • Bandiera con operazioni: per chiamare, ad esempio, il numero “sei” verrà detto “quattro più due”, o “tre per due” o “12 diviso due” I bambini saranno così costretti a svolgere il calcolo a mente più velocemente possibile, una buona idea sia per quando si stanno imparando le prime operazioni, rendendole accattivanti, sia per quando si vuole lavorare sull’inibizione e programmazione di ciò che si sta facendo (prima penso poi faccio, in questo caso poi..corro). Teniamo presente che per i bambini il gioco rimane una cosa seria, durante la partita sono “sotto pressione” e ragionare diventa molto più difficile! Osserviamo a calibriamo man mano le richieste per non metterli troppo in difficoltà!
  • Bandiera con assegnazione di nomi alternativi: nulla vieta di utilizzare altre categorie invece dei tradizionali numeri. Animali, lettere dell’alfabeto e chi più ne ha più ne metta!
  • Bandiera “sportiva”: spesso questo gioco viene usato anche negli allenamenti di vari sport, solitamente aumentando le difficoltà coordinative-motorie. Correre quindi palleggiando con la palla da basket, o portando avanti la palla da calcio con piccoli calcetti senza mandarla troppo avanti sono ottimi esercizi che risultano solitamente divertenti, indicati per i più grandi.
  • Bandiera “famigliare”: divertentissime sfide in cui le squadre sono composte non da singoli giocatori, ma da coppie genitore-figlio e il genitore deve correre con il bambino in spaletta, o facendo la carriola, o con le caviglie legate l’uno all’altro. Divertimento assicurato e un momento di affiatamento della diade genitore-figlio! La stessa cosa si può proporre ad ogni modo, tra pari, creando coppie di bimbi che devono cooperare per raggiungere il risultato desiderato.
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