Quando siede sullo sgabello del pianoforte e poggia le dita sulla tastiera bianca e nera, con lo sguardo concentrato sulle note dello spartito, la diagnosi di autismo di primo livello acquista un altro significato. Esprime il suo prodigioso talento nella musica classica, sua compagna fedele sin da quando si sollazzava nel grembo della mamma ascoltando lo zio suonare al pianoforte. Lui è Salvatore Uliano, Sasà per la famiglia, un piccoletto di 8 anni nato a Pompei e cresciuto in provincia di Napoli, che qualche settimana fa ha vinto il primo premio per la sua straordinaria esecuzione al piano al Concorso europeo dedicato al compositore Enzo Bonagura. Autistico ad altissimo funzionamento per i medici, genio della musica al pianoforte.
«Il primo contatto con la musica, lo ha avuto quando era ancora in grembo a mia moglie Michela. – rivela il papà Francesco al Corriere della Sera – Mia moglie già avvertiva che il bambino, con la musica, si rilassava. Evidentemente, gli risultava piacevole. E, in qualche modo, già lo faceva capire». Il piccolo Salvatore, come racconta il padre, già nella pancia della mamma godeva delle melodie di Mozart, Bach e Beethoven riprodotte durante le lezioni di piano dallo zio Fortunato, che oggi è un insegnante di pianoforte.
Dopo la nascita, sono arrivate le difficoltà relazionali del piccolo Sasà e l’inaspettata diagnosi di autismo di primo livello. I medici l’hanno definito un autismo ad altissimo funzionamento, un disturbo dello spettro autistico che non impedisce di parlare, leggere, scrivere e gestire le azioni quotidiane, come mangiare e vestirsi. Anzi, a soli 3 anni Salvatore era già in grado di leggere e scrivere. A 5 aveva imparato a suonare qualsiasi brano al pianoforte, leggendo in autonomia lo spartito sul leggio e memorizzando le note, grazie alla sua straordinaria memoria fotografica.
Qualche settimana fa, poi, ad appena sei mesi dalla prima lezione di pianoforte alla Scuola musicale Sant’Arpino di Scafati (Caserta), il piccolo Sasà si è esibito sul palco del Concorso europeo “Enzo Bonagura”, dove è stato proclamato vincitore, scatenando uno scroscio di applausi. «Lui è stato felice. – raccontato il papà Francesco al Corriere della Sera – Ha sorriso come fa un bambino qualsiasi. Ci ha aperto il cuore. Magari non sapendo nemmeno quanto, visto che per lui suonare è come un gioco. Solo che, grazie alla sua memoria, è un gioco che gli riesce più facile rispetto agli altri».