La scarlattina è una malattia esantematica, molto contagiosa, causata dallo Streptococco Beta Emolitico di gruppo A (SBEGA), un batterio che produce una tossina detta tossina pirogenica. Proprio questa tossina è ciò causa i principali sintomi dell’infezione, che sono eruzione cutanea e febbre. Si diffonde soprattutto nei bambini dai 5 ai 15 anni ed è abbastanza rara nei piccoli di età inferiore ai 3 anni. Come si prende? La trasmissione è per via aerea, quindi attraverso le goccioline di saliva di un malato o di un portatore, ma può anche avvenire attraverso superfici o oggetti infetti. Lo streptococco però, non da solamente vita alla scarlattina, può anche causare faringite streptococcica, che si manifesta come un forte mal di gola che provoca dolore ai piccoli anche durante la deglutizione.
L’esordio della scarlattina è abbastanza improvviso e può avvenire dopo 2 o 3 giorni dal contagio. I primi sintomi sono febbre, mal di gola e dolore addominale, il rash cutaneo richiede qualche giorno per manifestarsi. Per quanto tempo si è contagiosi? Essendo una malattia di origine batterica, va curata con l’antibiotico e dopo 48 dalla prima somministrazione il piccolo non è più contagioso.
I sintomi della scarlattina
I sintomi iniziali della malattia sono di solito febbre e mal di gola, tanto forte da rendere la deglutizione molto dolorosa. Il bambino potrebbe quindi manifestare:
- febbre superiore a 39°
- mal di gola
- patina bianca sulla lingua a inizio malattia, poi lingua a “fragola”
- eruzione cutanea rossa
- pelle rossa nelle pieghe delle ascelle, del gomito e dell’inguine
- linfonodi reattivi nella zona del collo
- mal di testa e dolori muscolari
- nausea, vomito e dolore addominale
Questi sintomi non si manifestano tutti insieme: si inizia con febbre, mal di gola e dolore addominale. Da uno a due giorni dopo l'inizio della malattia, di solito compare un'eruzione cutanea rossa, che può durare anche 7 giorni (alcune volte prima si manifesta il rash e poi arriva la febbre).
L’esantema può comparire inizialmente sul collo, sulle ascelle e all'inguine. Nel tempo, l'eruzione si diffonde su tutto il corpo. Inizia come piccole macchie piatte che diventano lentamente protuberanze sottili che sembrano carta vetrata. Sebbene le guance possano apparire arrossate (rosee), potrebbe esserci un'area pallida intorno alla bocca. Le pieghe della pelle delle ascelle, dei gomiti e dell'inguine possono diventare di un rosso più intenso rispetto al resto dell'eruzione cutanea.
L'eruzione della scarlattina svanisce in circa 7 giorni. E, spesso, si conclude con la pelle che si desquama intorno alla punta delle dita della mani e dei piedi e all'inguine. Questo peeling può durare fino a diverse settimane.
Un altro sintomo importante, che si manifesta a distanza di un paio di giorni dall’esordio, riguarda la lingua: la patina biancastra sulla lingua diventa rossa con aspetto rugoso, la cosiddetta “lingua a lampone” o “lingua a fragola”.
Contagio e durata
Il contagio avviene principalmente per via aerea, quindi attraverso le goccioline emesse con tosse o starnuti. Sono particolarmente a rischio i bambini in età scolare, per lo stretto contatto vissuto nelle scuole materne e alle elementari. Le persone possono anche diffondere i batteri dello streptococco di gruppo A dalle piaghe infette sulla loro pelle, quindi bisogna fare molta attenzione a toccare l’esantema. In linea di massima, la malattia si manifesta un paio di giorni dopo il contagio e impiega una decina di giorni a risolversi. Dopo 24/48 ore dalla prima somministrazione di antibiotico, però, non è più infettiva.
Diagnosi
La diagnosi di scarlattina è clinica, quindi avviene attraverso l’osservazione dei sintomi. Nelle forme dubbie può essere di aiuto l'esecuzione di un tampone faringeo che sarà positivo per lo Streptococco beta-emolitico di gruppo A. Esistono tamponi rapidi, che può fare il pediatra o il farmacista, oppure il medico potrà richiedere una coltura della gola, che avviene sempre attraverso tampone, ma richiede più tempo.
La coltura è importante da usare nei bambini e negli adolescenti poiché possono contrarre la febbre reumatica da un'infezione da scarlattina non trattata. Per gli adulti, di solito non è necessario eseguire una coltura faringea dopo un test rapido streptococco negativo, perché non corrono il rischio di contrarre la febbre reumatica dopo la scarlattina.
Come curare e prevenire la scarlattina
La scarlattina si cura con l’antibiotico e il bambino può rientrare a scuola se non ha più febbre e sta prendendo il farmaco da un paio di giorni, questo perché non è più infettivo. Purtroppo, non esiste un vaccino per prevenire la malattia e poiché esistono diversi ceppi di Streptococco beta-emolitico di gruppo A, ci si può ammalare di scarlattina più volte. È quindi molto importante seguire alcune norme igieniche. Il modo migliore per evitare di contrarre o diffondere i batteri dello streptococco di gruppo A è lavarsi spesso le mani. Ciò è particolarmente importante dopo aver tossito o starnutito e prima di preparare cibi o di mangiare.
Per prevenire le infezioni da streptococco di gruppo A, dobbiamo:
- Coprire bocca e naso con un fazzoletto quando tossiamo o starnutiamo
- Mettere il fazzoletto usato nel cestino dei rifiuti
- Tossire o starnutire nella parte superiore della manica o nel gomito, non nelle mani, se non abbiamo un fazzoletto
- Lavare spesso le mani con acqua e sapone per almeno 20 secondi
- Usare un disinfettante per le mani se non si possono lavare
- Fare attenzione alle stoviglie usate da persone infette: vanno lavate subito
Possibili complicanze della scarlattina
La scarlattina è una malattia oggi considerata lieve e facilmente curabile con terapia antibiotica, in passato però era considerata mortale, perché le possibili complicanze possono essere davvero gravi. Tra queste, ci sono meningite, setticemia, encefalite, endocardite, malattia reumatica e glomerulonefrite. Ammalarsi, invece, di scarlattina in gravidanza non rappresenta un pericolo per il feto, tuttavia è importante contattare il proprio ginecologo per seguire la terapia.
Cari genitori, non dobbiamo spaventarci. E' importante conoscere i rischi, per non prendere mai sottogamba le infezioni. Ciò non significa, però, correre davvero un pericolo, soprattutto se ci affidiamo a un bravo pediatra e ne seguiamo le prescrizioni.