A partire dall'anno scolastico 2024/2o2, sulle pagelle delle scuola primaria ritorneranno i giudizi "sintetici" come buono, ottimo e sufficiente, che le precedenti riforme avevano mandato in soffitta in favore dapprima dei voti numerici e, successivamente, degli attuali giudizi descrittivi.
La novità è stata inserita nell'emendamento che il Governo ha allegato disegno di legge sull'inasprimento del voto in condotta ,che verrà posto in esame dalla Commissione Istruzione del Senato nei prossimi giorni.
Il cambiamento è stato comunicato dallo stesso Ministro dell'Istruzione del Merito Giuseppe Valditara, il quale ha motivato la scelta di questo ulteriore cambiamento – approntato a soli tre anni dall'ultima riforma di questo genere – con la necessità di rendere il sistema di valutazione scolastico più chiaro e comprensibile sia per le famiglie che per i diretti interessati, ossia i piccoli studenti.
Sin dal primo giorno dalla loro introduzione, infatti, l'idea di utilizzare giudizi descrittivi quali "Avanzato", "Intermedio", "Base" e "In via di acquisizione" era stata aspramente criticata per la poca chiarezza sia da alcuni presidi ed insegnanti del mondo-scuola, sia da molti esponenti delle correnti politiche che ora siedono al Governo.
«Come fa un genitore o un bambino a capire che “in via di prima acquisizione” vuol dire insufficiente?» ha commentato Valditara in una dichiarazione riportata dal Corriere della Sera. Da qui la volontà di rispolverare le valutazioni sintetiche ideate negli anni Settanta per aiutare bambini e genitori a capire senza troppe difficoltà la pagella di fine quadrimestre.
Se però la maggiore semplicità appare come un elemento positivo per il miglioramento delle comunicazioni tra docenti, famigli e allievi, molti pedagogisti ed esperti di educazione temono che questa retromarcia possa contribuire ad aumentare ansie da prestazione e stress nei bambini, i quali torneranno a vedersi giudicati con aggettivi qualitativi che non fotografano al meglio il processo d'apprendimento (un bambino che ottiene un "buono" a fine anno partendo da una base poco solida, ad esempio, rappresenta un successo e non un risultato mediocre) e rischiano di essere percepiti come valutazioni sulla persona, con conseguenze sull'autostime e le motivazioni personali.