«È piccolo, non capisce» quante volte in preda a una discussione con il nostro partner o quando per la rabbia ci lasciamo scappare qualche parolaccia, incrociando lo sguardo furtivo del nostro piccolo dietro la porta, ripetiamo questa frase.
La verità è che i discorsi dei grandi, quelli che si fanno a tavola dopo cena, quando si parla di soldi, di preoccupazioni legate al lavoro, o si piange per una relazione che sta finendo, i piccoli, anche se non conoscono il significato di certe parole, li capiscono benissimo.
I bambini imparano dalle nostre risposte
Davanti alle domande curiose dei bambini, di cui le nostre risposte sono l’unico mezzo che hanno a disposizione per conoscere il mondo, non dovremmo più dire: «Sei troppo piccolo, da grande capirai». Così facendo i bimbi penseranno che ciò che non gli diciamo sia troppo grande per loro e troppo difficile. Se nemmeno i suoi genitori, i suoi primi insegnanti, lo sanno spiegare, allora sarà qualcosa di spaventoso.
Peggio, i bambini che misurano anche la percezione di loro stessi tramite le nostre parole, potrebbero sentirsi inadatti, non capaci di comprendere, e convincersi del fatto che non siano abbastanza bravi da capire. Immaginiamo di essere trattati così noi, di non conoscere un argomento al lavoro e di sentirci rispondere che tanto non possiamo capire, quanto sarebbe svilente? Lo stesso vale per i bimbi.
I bambini capiscono anche i silenzi
I bimbi in realtà comprendono molto bene anche i nostri silenzi. A dimostrarlo è stata anche una ricerca condotta dallo psicologo Meltzoff, insieme al suo team dell’Università di Washington, sottoposta a 150 bimbi di età inferiore ai 15 mesi. Il team ha dimostrato che a seconda che nella stanza con i piccoli vi fosse una persona evidentemente arrabbiata o non vi fosse, i bambini avevano un approccio diverso al gioco. Più timorosi se osservati, più sereni se chi avevano davanti aveva con loro un atteggiamento comprensivo.
I bambini percepiscono anche da neonati la tensione o la gioia dei genitori, è normale però, per noi adulti, a volte non avere le parole per spiegare certi argomenti, che ci imbarazzano o che fatichiamo ad affrontare anche noi. La cosa migliore da fare in questi casi sarebbe essere sinceri, spiegare al piccolo che fatichiamo a parlare di certe cose, facendogli capire il nostro stato d’animo.
Scegliere le parole per spiegarsi
Se il bambino ci ha visti litigare col partner, spieghiamogli che il litigio fa parte della relazione, che a volte alziamo la voce perché nella rabbia fatichiamo ad ascoltare e farci ascoltare, che è sbagliato ma che è anche normale sbagliare.
Se in tv, o su qualsiasi dispositivo digitale, passa improvvisamente un’immagine che non potevamo prevedere e che il bimbo pensiamo non possa ancora comprendere, cerchiamo comunque di rispondere alle sue domande, con un linguaggio che ci sembra adatto alla loro età cosa hanno visto. Dire: «È una scena per adulti, non c’è nulla da temere, sono due persone che si amano e si vogliono molto bene». Questo è per il bambino di gran lunga meno traumatico, di chiudergli improvvisamente gli occhi o rispondergli: «Non è per te, sei piccolo», aumentando solo la sua curiosità o la sua perplessità.
La verità è che tutto dipende da noi, dalle parole che decidiamo di dire e anche da quelle che scegliamo di non dire, ma che i nostri bambini sono capaci di intuire.
L’importante è non sminuirli, dicendo loro cose che non pensiamo, nessuno di noi pensa davvero che il proprio figlio non possa capire, anzi, nel mondo tecnologico e all’avanguardia in cui ci troviamo dobbiamo essere sempre più pronti a stupirci di quello che i bambini invece sono in grado di intuire e capire.