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30 Maggio 2023
18:00

Sessualità in gravidanza, sfatiamo i tabù

Sesso e gravidanza vengono spesso percepiti come due mondi inconciliabili. La scienza tuttavia non solo ha più volte smentito molti dei luoghi comuni sull'attività sessuale durante la gestazione, ma ha anche dimostrato come, in assenza di casi particolari, fare l'amore possa comportare alcuni benefici in vista del parto.

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Sessualità in gravidanza, sfatiamo i tabù
Ostetrico
sesso in gravidanza

Da sempre la gravidanza è circondata da un’aura sacra: a prescindere dalla cultura di provenienza, infatti, qualsiasi donna gravida sperimenta l’attenzione e la premura del resto della società che, attraverso piccoli o grandi gesti (dal cedere un posto in bus ad un rimansionamento lavorativo) si impegna a riconoscere l’importanza di questo avvenimento.

Già nell’antichità sono riportate esperienze del genere: a Sparta, ad esempio, nella famosa società guerriera per le donne la gravidanza era un onore parificato a quello dell’uomo che andava in guerra. Mettere al mondo una vita è perciò da sempre un regalo per tutto il genere umano.

A volte le attenzioni possono diventare tuttavia eccessive: la gravidanza infatti non è una malattia e viverla non significa stare sotto una campana di vetro.

Negli anni su questo tema c'è stata molta disinformazione nel tempo e dunque è bene che alcuni aspetti della vita in gravidanza vengano rivalutati: uno su tutti, i diversi modi per vivere la sessualità durante questo periodo, poiché le molte false credenze sul tema potrebbero mettere a rischio la serenità dei futuri genitori.

La disinformazione

Da una ricerca su educazione e comportamento sessuale nei giovani citata dall’Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica sono emersi tutti i luoghi comuni legati a questo periodo. Le false credenze più significative sembrano essere:

  • Le donne gravide perdono interesse al sesso
  • Gli uomini non dimostrano interesse sessuale per le donne incinte
  • Le donne gravide non riescono ad avere orgasmi
  • Il rapporto sessuale praticato nei primi mesi di gravidanza può essere pericoloso o addirittura abortivo
  • Fare l’amore durante la gravidanza indurrà il nascituro, una volta nato, ad avere un maggiore desiderio sessuale
  • Un’attività sessuale troppo frequente lascerà un segno fisico sul bambino
  • Lo sperma potrà arrivare fino al bambino che lo userà come nutrimento
  • I bambini nel ventre materno possono sentire ciò che avviene durante il rapporto sessuale
  • Il peso dell’uomo e le sue spinte possono danneggiare il bambino

La clinica ci dimostra, tra l’altro, come l’evento gravidanza sia spesso caratterizzato dalla diminuzione dei rapporti sessuali anche sulla base di aspetti di tipo familiare, culturale, religioso e sociale che impongono tabù e condanne all’attività sessuale stessa.

Le coppie, pertanto, possono incorrere con grande probabilità in dinamiche disfunzionali che arrivano ad indurre una negazione rispetto alla bellezza della gestazione e dell’unione di coppia, questo sia dal punto di vista femminile che maschile.

Gli studi clinici e le raccomandazioni

In verità c’è davvero bisogno di mettere ordine ai pensieri ed alle informazioni. Tranne in casi particolari di rischio (enunciati in seguito), gli studi hanno infatti dimostrato che non esistono controindicazioni all’attività sessuale in gravidanza.

Il sesso in gravidanza non solo è consentito, ma in alcune situazioni è addirittura incoraggiato

Tutto questo lo troviamo citato anche nelle Linee guida della gravidanza fisiologica nelle quali si dice addirittura che in una gravidanza senza rischi «avere avuto rapporti sessuali una o due volte a settimana, tra 23 e 24 settimane di gestazione, è risultato associato a una minore incidenza di parto pretermine […] e che l’incidenza diminuisce ulteriormente se i rapporti sessuali sono 3 o 4 alla settimana»

Addirittura la scienza può confermare come le particolari condizioni psico-fisiche e ormonali della gravidanza possano contribuire ad una notevole miglioria dell’esperienza sessuale: l’aumento degli ormoni in circolo (tra cui le endorfine), la crescita della sensibilità grazie anche alla maggior irrorazione sanguigna dei genitali e l'incremento della reattività dell’utero sono fattori rilevanti che permettono alla donna di vivere maggiormente il piacere tramite il proprio corpo.

Quale momento migliore

Il primo trimestre è notoriamente caratterizzato da labilità psichica e variabilità dell’umore, aspetti dovuti principalmente alla notevole trasformazione derivante dalla aumentata quantità di ormoni prodotti da ipofisi, tiroide, surrene e ovaie: non di rado, quindi, le donne sperimentano in questo periodo cambiamenti del gusto e dell’olfatto e fastidiose nausee. Tutto ciò, assieme a fattori psicologici legati alle ansie future, all’aumento di progesterone ed estrogeni e ad un calo del testosterone, contribuisce a determinare una diminuzione della libido.

È quindi statisticamente più probabile che il sesso venga messo dalla coppia in secondo piano, ma assolutamente non necessario. Chi lo desidera, anche all’inizio, può continuare a vivere la propria intimità di coppia con serenità.

Profondamente diverso è invece il secondo trimestre di gravidanza che, grazie ad una maggior produzione di ormoni da parte delle ovaie, apre le porte alla femminilità e, assieme al ricordo dei fastidi del primo trimestre, permette alla donna di attraversare un periodo florido e piacevole. Il seno più rigoglioso, la pelle e i capelli lucenti, la pancia che c’è ma ancora non ingombra … sono tutti tasselli fondamentali che migliorano la possibile esperienza sessuale.

Infine, anche durante il terzo trimestre tutto può continuare regolarmente. L’ingombro della pancia è però certamente più notevole e quindi i rapporti sessuali possono risultare meno agevoli. La paura del parto e di quello che succederà dopo, inoltre, potrebbe contribuire ad un altro calo della libido.

Quali rischi

Pur avendo ormai completamente sdoganato il tabù del sesso durante la gravidanza rimangono ancora grigie tutte quelle aree dove la gestazione non sta procedendo in modo completamente fisiologico. In questi casi, chiaramente, anche rispetto al vivere la sessualità è bene avere qualche accorgimento.

L’Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI) per stilare un vademecum sull’argomento dà voce alla dr.ssa Sally MacPhedran, ginecologa e ricercatrice del Case Western Reserve University School of Medicine di Cleveland, la quale precisa che le limitazioni in camera da letto dovrebbero essere individualizzate sulla base della storia ostetrica della paziente e delle sue comorbilità.

sesso in gravidanza

In ogni caso sono tutti concordi nel consigliare limitazione o astensione dall’attività sessuale in caso di pazienti con un rischio aumentato di parto pretermine o nel caso di placenta previa: il rilascio di prostaglandine tramite lo sperma, la liberazione di ossitocina durante il rapporto e il contatto diretto tra pene e cervice uterina possono essere infatti fattori che acutizzano il rischio di una nascita prematura o che enfatizzano altri problemi.

Quando i rapporti sessuali possono essere utili

Tutto quanto è un azzardo in un’epoca gestazionale precoce, tuttavia, può trasformarsi in un beneficio a ridosso della data presunta.

Capita spesso, infatti, che ostetriche e ginecologi incoraggino un aumento dell’attività sessuale proprio a termine di gravidanza per aiutare, tramite meccanismi fisiologici, l’innescarsi del travaglio di parto: le prostaglandine presenti nel liquido seminale hanno, come già detto, un effetto di induzione naturale mentre l’ossitocina che viene rilasciata durante i rapporti contribuisce ad avviare le contrazioni regolari che diventano necessarie per far iniziare e poi progredire la dilatazione del collo dell’utero.

La ripresa dopo il parto

Dopo il parto la situazione subisce certamente un brusco cambiamento. L’arrivo di un terzo soggetto che si inserisce con il suo carico di bisogni all’interno della coppia può costituire un notevole fattore di stress e di disequilibrio per entrambi i genitori.

È comunemente riconosciuto, tuttavia, dalla comunità medica, il consiglio di ricominciare l’attività sessuale almeno ad un mese di distanza dal lieto evento. Questo per garantire del tempo di ripresa dal punto di vista fisico e psicologico.

Non di rado, tuttavia, le tempistiche si allungano un po’: il trauma del parto rimane comunque significativo e spesso il corpo della donna richiede una cura particolare nei mesi successivi. Inoltre, la grande quantità di ormoni in circolo, espone a notevoli variazioni di umore e stati di sfiducia (fisiologici e conosciuti come "Baby Blues").

È pertanto significativo che il sostegno del partner si traduca maggiormente in affetto, coccole, protezione … e magari nella preparazione di momenti da dedicare al benessere reciproco.

Le conclusioni

Le parole-chiave per vivere una buona sessualità di coppia, anche durante la gravidanza, sono “sostegno” e “ascolto”. La comprensione dei bisogni fisici e psicologici di un corpo che cambia e le attenzioni del partner sono in effetti un tassello fondamentale per approfondire il benessere e la crescita della propria relazione che può sperimentarsi sotto le forme più svariate.

Se tutto procede nella fisiologia, comunque, si è visto come non siano presenti particolari limitazioni all’attività sessuale. Purché sia un aspetto gradito da entrambi i partner, quindi, l’unione reciproca può continuare ad essere fonte di benessere per la coppia.

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Riccardo Federle
Ostetrico
Laureato in ostetricia nel 2013 con 110/110 e lode, dopo una specializzazione triennale dedicata alla medicina non convenzionale (2017) nel 2020 ho conseguito un master in “Giornalismo e comunicazione istituzionale della scienza” e uno in “Medical Humanities”. Nel 2023 ho terminato un master in “Management per le funzioni di coordinamento delle professioni sanitarie”. Ostetrico e referente rischio clinico presso l’Ospedale Pederzoli di Peschiera del Garda, sono socio fondatore e presidente dell’associazione di divulgazione scientifica “La Lampada delle Scienze”. Mi occupo inoltre di progetti scolastici e consulenze aziendali.
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