La sesta malattia è una malattia esantematica che colpisce soprattutto i bambini di età compresa tra 6 mesi e i 2 anni. Come mai è chiamata sesta malattia? Il nome indica l’ordine di tempo in cui è stata riconosciuta e descritta: nei trattati di medicina è però menzionata come roseola, esantema subitum o febbre dei tre giorni, perché spesso lo stato febbrile dura circa 72 ore. È causata principalmente dall'herpesvirus umano (HHV) di tipo 6, meno frequentemente da quello di tipo 7, che appartengono alla stessa famiglia dei più noti virus dell'herpes simplex (HSV), ma non causano né l'herpes labiale né l'herpes genitale.
Se abbiamo figli piccoli allora potremmo conoscere bene questa malattia, perché è estremamente frequente e di solito tendiamo un po’ a spaventarsi, perché dopo la febbre compare un esantema con macchie rosate, definite da un alone più chiaro. Per fortuna, però, nel più dei casi non è niente di grave.
Sintomi della sesta malattia
I sintomi della sesta malattia sono abbastanza semplici da riconoscere. L’infezione si manifesta inizialmente come una lieve malattia delle vie respiratorie superiori, seguita da febbre alta (spesso superiore a 39,5 °C). Durante questo periodo, il bambino potrebbe essere piagnucoloso e irritabile. I genitori non si devono spaventare se non dovesse avere appetito, è sicuramente a causa della febbre e dei linfonodi ingrossati. Però è importante che resti sempre ben idratato.
La febbre alta dura mediamente tre giorni, superato questo periodo potrebbe scomparire improvvisamente e comparire un’eruzione cutanea molto estesa, perché partirà dal tronco per diffondersi al collo, al viso, alle braccia e alle gambe. Le macchie sono rosse o rosate e diventano bianche quando vengono "schiacciate" e possono avere un "alone" più chiaro attorno.
Come anticipato, la sesta malattia è una tipica malattia dei bambini e non è considerata pericolosa, però dobbiamo fare attenzione a possibili, anche se rare, complicanze.
Cause e contagio
La sesta malattia è molto contagiosa e può essere trasmessa semplicemente con le gocce di saliva. Quindi attenzione agli starnuti, alla tosse, ma anche ai fazzoletti sporchi. È trasmissibile soprattutto durante la fase febbrile. La roseola si verifica comunemente nei bambini.
La causa è il virus dell'herpes umano 6 o, più raramente , il virus dell'herpes umano 7. Possono essere necessari dai 9 ai 10 giorni di incubazione prima che i sintomi si sviluppino dopo l'esposizione a una persona infetta. L'infezione è più frequente in primavera e in autunno.
Diagnosi della sesta malattia
La diagnosi della sesta malattia di solito viene fatta dal pediatra sulla base della storia medica e osservando l’eruzione cutanea. I sintomi iniziali sono simili a molte altre malattie infantili, come il morbillo. Qual è la differenza tra sesta malattia e morbillo? L'eruzione di roseola inizia spesso sul petto o sulla schiena, mentre quella del morbillo sulla testa. Alcuni laboratori possono confermare l'infezione da HHV-6 mediante sierologia o reazione a catena della polimerasi (PCR), nel caso di dubbi, sotto prescrizione medica.
Cura e prevenzione
Purtroppo, non esiste una cura per la sesta malattia e gli antibiotici non fanno nulla perché si tratta di un'infezione virale e non batterica. Il medico chiederà ai genitori di gestire i sintomi, quindi somministrando paracetamolo al bisogno per abbassare la febbre. Per prevenire la disidratazione, il bambino dovrà essere incoraggiato a bere, anche piccoli sorsi d’acqua alla volta. Se sta ancora prendendo il latte, potrà continuare a essere attaccato al seno. Infine, si consiglia molto riposo.
Come già detto, potrebbero essere necessari 10 giorni di incubazione prima che il bambino presenti i sintomi della roseola dopo essere stato esposto al virus. La febbre alta può iniziare improvvisamente, raggiungere i 40,5 °C e durare dai 3 ai 5 giorni e poi scompare improvvisamente.
Come si può prevenire la sesta malattia? Non esiste un vaccino per prevenirla. È comunque in genere una malattia con un decorso rapido e spesso è più lieve di quanto non si creda. Non dobbiamo spaventarci, ma è bene consultare il proprio pediatra.