Ogni anno la Settimana Mondiale dell'Allattamento Materno (SAM) che va dall'1 al 7 ottobre rappresenta un'occasione globale per promuove l'allattamento al seno come una pratica fondamentale per la salute dei neonati e delle madri, sostenendo nel contempo la sostenibilità ambientale e l'equità di genere
Il latte di mamma rappresenta infatti la forma di alimentazione migliore da garantire ad un bimbo per almeno i primi sei mesi di vita, tanto che la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha indicato l'allattamento al seno come uno degli "obiettivi prioritari di salute pubblica a livello mondiale".
In un mondo sempre più consapevole della necessità di prendersi cura della salute e del futuro del nostro pianeta dunque, questa settimana ci ricorda come un gesto così naturale possa avere un impatto profondo sulla vita delle persone e sulla sostenibilità globale.
Per l'edizione 2023 poi, il focus scelto è "Allattamento e lavoro", un tema quanto mai attuale e che si colloca perfettamente all'interno del delicato (ma fondamentale) discorso riguardante il sostegno della genitorialità sul luogo di lavoro come chiave di volta per il supporto alla natalità e alla famiglia.
Cos'è la Settimana Mondiale dell'Allattamento
La World Breastfeeding Week è un appuntamento annuale organizzato dalla World Alliance for Breastfeeding Action (WABA), l'Alleanza mondiale per azioni in promozione dell'allattamento che vanta una fittissima rete di affiliazioni con enti, onlus e organizzazioni scientifiche per promuovere l'allattamento al seno seguendo i dettami dell'OMS.
SAM 2023: lavoro e maternità
Quello della conciliazione lavoro-famiglia è – o dovrebbe essere – un punto cruciale all'interno delle agende di molti governi nazionali, Italia compresa. Troppo spesso però questo problema viene affrontato in modo piuttosto approssimativo e le misure che dovrebbero essere adottate per imprimere un svolta risolutiva alla questione (congedi parentali più lunghi e paritari, asili accessibili etc…) rimangono solo belle proposte per un futuro mai ben precisato.
Quando si parla di allattamento poi, la questione si fa ancora più complessa.
L‘esigenza di ritagliarsi delle ore per nutrire il proprio piccolo in molte realtà appare ancora oggi un grosso ostacolo per la logistica (quanti uffici hanno spazi per permettere alle donne di allattare nel rispetto della propria intimità?) e la gestione dei turni di lavoro, tanto che rimane abbastanza comune vedere madri ritardare il ritorno al proprio impiego o addirittura rassegnare le proprie dimissioni per per poter badare con maggiore agio al proprio piccolo.
Ecco perché la Settimana Mondiale dell'Allattamento 2023 punta a sollevare un volta di più la questione all'attenzione del mondo intero, sottolineando l'esigenza di redigere nuove normative sulla genitorialità, rivedere i congedi retribuiti e investire in modalità lavorative alternative (come lo smart working) che consentano una maternità serena senza troppe ripercussioni sulla carriera delle neo-mamme.
La situazione oggi
Al momento sono solo 43 i Paesi che hanno ratificato la Convenzione n. 183 del 2000 sulla protezione della maternità, il documento che garantisce alle mamme diritti come un congedo non inferiore a 14 settimane e l'obbligo a concedere permessi lavorativi per le mamme in allattamento.
Quasi tutti i Paesi hanno inserito nelle loro leggi un congedo di maternità, ma ci sono grandi oscillazioni e solo 18 Paesi soddisfano o superano lo standard di 18 settimane previsto dalla Raccomandazione 191.
La strada, dunque è ancora lunga e ricca di difficoltà.
«Le limitazioni sul posto di lavoro rimangono la ragione più comune per cui le donne non allattano affatto oppure smettono prima di quanto raccomandato dall'OMS o di quanto esse stesse desiderino – scrive WABA nel programma di presentazione del tema 2023 – Anche in presenza di congedi di maternità e parentali adeguati, la mancanza di sostegno sul posto di lavoro può compromettere l'allattamento. Circa 70 Paesi non prevedono il diritto ai permessi per allattare e la maggior parte di essi li concede solo per 6 mesi, nonostante l'allattamento sia raccomandato per due anni o più».
Gli obiettivi della SAM 2023
Come si può leggere sul sito dedicato all'evento, la Settimana Mondiale dell'Allattamento 2023 (identificata con l'hashtag #SAM2023) si pone in particolare quattro obiettivi
- Informare le persone su cosa pensano i genitori lavoratori circa l’allattamento e la genitorialità
- Radicare il concetto che per poter allattare servono congedo retribuito e sostegno sul posto di lavoro
- Allearsi con i soggetti e gli enti per aumentare la collaborazione e il sostegno all’allattamento sul posto di lavoro
- Attivare l’azione per migliorare le condizioni lavorative e garantire un effettivo supporto all’allattamento
Nel portale di WABA poi, gli organizzatori della settimana hanno anche delineato un interessante parallelismo tra i vari benefici dell'allattamento e gli obiettivi di società sostenibile dell'Agenda 2030 dell'ONU.
Se infatti l'obiettivo n°1 della lista riguarda la lotta alla povertà globlale, WABA fa notare come l'allattamento al seno rimanga una forma di alimentazione accessibile a tutti e low cost. In questa ottica dunque, anche obiettivi come il n°14 (protezione degli oceani) e il n°15 (tutela delle foreste) possono trarre beneficio dalla diffusione dell'allattamento, in quanto il latte materno non necessita di processi produttivi inquinanti e impattanti sull'ambiente.