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30 Gennaio 2024
10:00

Si possono portare i bambini ai funerali?

Portare i bimbi ad un funerale può aiutarli ad elaborare meglio il concetto di morte e capire l'importanza di esprimere sempre le proprie emozioni. Non esiste l'età giusta per farlo, quando il bimbo si sentirà pronto e partecipare alla funzione religiosa non sarà per lui solo fonte di stress, può iniziare a partecipare ai funerali.

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Si possono portare i bambini ai funerali?
portare i bimbi ai funerali

Quando muore una persona cara, la sofferenza colpisce tutti i membri della famiglia, anche i bambini. Per questo è bene spiegare loro, con parole semplici e adatte alla loro età, cosa sta succedendo, mostrando che anche gli adulti soffrono e piangono.

Portare i bimbi al funerale non è vietato o fuori luogo, anzi, sarà un modo per "normalizzare", per quanto possibile, il concetto di morte e di sofferenza, elementi che nella vita i bimbi incontreranno ed è bene siano preparati ad affrontare.

Da che età portare i bimbi ad un funerale?

L'elaborazione del lutto è qualcosa che i bimbi imparano con tempi e modi differenti, dunque non esiste l'età giusta dalla quale i bambini possono partecipare ai funerali.

Alcuni bimbi iniziano presto a tempestare di domande su dov'è la persona che non c'è più o sul perché siamo tristi, altri invece ci mettono un po' di più, per questo è importante scegliere di portare un bimbo ad un funerale quando crediamo che sia pronto per comprendere cosa sta accadendo.

Portare un bimbo più piccolo di 3 anni ad un funerale potrebbe essere per lui solamente fonte di stress. Rimanere seduto durante la cerimonia, in silenzio e senza capire davvero cosa accade potrebbe renderlo nervoso e confonderlo.

morte e bambini

Tra i 3 e i 6 anni i bimbi iniziano a comprendere cosa sia la morte, seppur interpretandola come qualcosa di momentaneo. Far partecipare i piccoli alla funzione religiosa potrebbe aiutarli a capire che il distacco è definitivo, senza contare che vedere gli adulti piangere li può aiutare a capire l'importanza di esternare sempre le emozioni.

È tra i 6 e gli 8 anni che per i bimbi la morte diventa un concetto più simile a quello che hanno ormai interiorizzato gli adulti. I bambini iniziano a capire che la morte coincide con l'interruzione delle funzioni vitali e dunque con un distacco perpetuo dalla persona che li ha lasciati. I piccoli potrebbero tuttavia non essere ancora pronti a gestire le proprie emozioni, dunque risultare irritabili, frustrati, molto stanchi anche durante il funerale.

Dagli 8 anni i bambini sono in grado di seguire e comprendere la funzione religiosa, si può dunque cercare di coinvolgerli, se lo desiderano, attraverso le letture, l'accensione di una candela, il compito di portare dei fiori o scrivere una letterina per la persona che non c'è più.

Aiutare i bambini ad elaborare il lutto dopo il funerale

Il funerale è un momento che i bimbi possono sentire di più o di meno, in base alla loro età, la cosa importante è cercare di rispondere poi a tutte le loro domande che seguono. Parlare di morte non è mai semplice, un po' perché anche per gli adulti è molto difficile da superare la morte di una persona cara, ancora di più spiegarla. Si possono però mettere in atto questi comportamenti per aiutare i bimbi ad elaborare il lutto:

  • Parlare ai bambini della morte: esistono fiabe e racconti che parlano anche di lutti, possiamo leggerle ai bambini che immedesimandosi con i protagonisti si sentiranno capiti nel loro dolore.
  • Portare i bambini al cimitero: i piccoli sapranno così che esiste un luogo per il ricordo, è importante che capiscano che morire vuol dire non essere più presenti sulla terra ma non nella loro mente e nel loro cuore.
  • Piangere insieme ai bambini: non dobbiamo pensare che il dolore sia qualcosa da cui i bambini devono stare alla larga, è un'emozione come le altre, che i piccoli incontreranno nella vita, per questo è bene che siano preparati. Farci vedere piangere li aiuterà
  • Rispondere alle domande dei bambini: se fatichiamo a spiegare un argomento complesso come la morte, possiamo usare narrazioni come "è andato in cielo", "ti guarda dall'alto" o "vive nel tuo cuore".
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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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