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7 Marzo 2024
12:00

Si può parlare in dialetto ai bambini?

Il dialetto è una parte del patrimonio culturale che i nonni trasmettono ai nipoti. I bimbi possono ascoltarlo parlare e impararlo senza problemi, l'unico caso in cui si può evitare di insegnare una nuova parlata ai piccolo è quando hanno grosse difficoltà a imparare la lingua nazionale.

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Si può parlare in dialetto ai bambini?
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Il dialetto fa parte dei tanti tesori che i nonni custodiscono nel loro scrigno magico, quello che aprono davanti ai nipotini per insegnare loro aneddoti e tradizioni di inestimabile valore.

La lingua di un luogo è intrinsecamente legata al periodo storico in cui è nata e si è sviluppata, all'incontro di altre culture e popolazioni. Chi ha vissuto prima di noi, spesso conosce perfettamente il dialetto di un comune, di una regione o di una città e lo ha usato per esprimersi con la fierezza di chi sente di appartenere ad un luogo. Dunque può succedere che oltre a spiegare ai bimbi che cosa sia il dialetto i nonni lo parlino abitualmente in casa, anche quando lui è presente. Alcuni genitori sono spaventati da ciò poiché credono che il bimbo, soprattutto nella fase della vita in cui sta imparando a parlare, si confonda e poi non impari la lingua a dovere.

In realtà non è affatto così, moltissimi bimbi crescono bilingue, ascoltando cioè i genitori parlare in due lingue diverse, e i piccoli non sono in grado di riconoscere da una lingua nazionale e una parlata regionale. L'unica differenza è che i piccoli potrebbero non aver ben chiaro il fatto che il dialetto è una parlata da utilizzare in determinati contesti sociali, quindi ripetere le parole imparate a casa davanti alle maestre o ai compagni di classe. Non che sia un problema, ma per evitare che sbagli in un compito o in una verifica, è importante spiegare ai piccoli che cosa sia effettivamente il dialetto, l'importanza della sua trasmissione e anche dei luoghi riservati alla sua parlata.

Perché è importante insegnare il dialetto ai bambini?

Diversi sono i benefici di imparare il dialetto fin dalla tenera età, sia dal punto di vista culturale che affettivo:

  • imparare la lingua dei nonni lega i bambini ancora di più a loro: da piccoli penseranno quasi che questo è un linguaggio segreto, che solo loro hanno la fortuna di consocere.
  • il dialetto rende i bambini più curiosi: alcune parole dialettali sembrano storpiature dell'italiano, altre sembrano una lingua a sé, altre ancora sembrano avere contaminazioni che vengono dall'estero e possono incuriosire i bambini, spingendoli a cercarne le origini.
  • il dialetto appassiona i bimbi alla storia del territorio: conoscere chi ha inventato il dialetto, quando i loro nonni lo hanno imparato, li appassionerà allo studio della storia del territorio e della storia in generale.
  • i piccoli parlando in dialetto si interessano alle tradizioni passate
  • provano l'orgoglio di essere depositari di un grosso patrimonio culturale e capiscono l'importanza di tramandarlo
  • conoscendo la propria storia d'origine i bimbi saranno portati ad essere più aperti nei confronti delle tradizioni degli altri
  • imparare una nuova lingua rende il loro cervello reattivo e sempre giovane

Quando evitare di parlare in dialetto ai bambini?

In realtà non esistono controindicazioni neanche da parte dei logopedisti, sull'evitare di insegnare il dialetto ai bambini, certo è importante spiegare loro nel dettaglio i contesti in cui possono utilizzarlo e che le regole ortografiche e grammaticali inerenti alla lingua italiana invece le impareranno a scuola. In ogni caso possiamo evitare di parlare ai bimbi in una lingua diversa da quella nazionale solo se hanno serie difficoltà ad imparare a parlare la lingua italiana o a riuscire a scriverla correttamente e imparandone una nuova potrebbero far confusione. In questo caso è importante però rivolgersi anche a uno specialista.

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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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