Avete mai sentito nominare la cosiddetta “sindrome della brava bambina”? È un’etichetta convenzionale con cui si indica un modello comportamentale ed emotivo proprio di tante bambine e bambini che vogliono risultare perfetti in ogni aspetto della loro vita per ricevere approvazione e soddisfare le aspettative della società e specialmente dei genitori. Si tratta di una metafora utilizzata per indicare una serie di comportamenti che, se attuati dall’infanzia, rischiano di avere effetti negativi sulla salute mentale, presente e futura, dei piccoli. L’espressione è declinata al femminile sia perché la sindrome riguarda principalmente il sesso femminile sia perché quello della “brava bambina”, composta e diligente, è un retaggio culturale radicato, tuttavia sono comportamenti che si riscontrano pure nei maschi.
Le caratteristiche di chi ha sindrome della brava bambina
Chi soffre della sindrome della brava bambina tende ad essere accomodante e conciliante con gli altri e, al contrario, inflessibile e rigido con se stesso. Le caratteristiche principali sono il perfezionismo e uno spiccato spirito autocritico, che si traducono in:
- una scarsa autostima e una costante autosvalutazione
- la paura del dissenso e di entrare in conflitto con gli altri
- la paura di non essere apprezzati o amati
- la paura di deludere le aspettative
- l’esigenza di sentirsi utili agli altri
- senso di pressione e timore di rimanere indietro rispetto agli altri
- senso di preoccupazione maggiore per il benessere degli altri che per se stessi
Le radici della sindrome della brava bambina
La sindrome della brava bambina è un modello comportamentale generalmente appreso durante l’infanzia. Tendenzialmente è il prodotto dell’educazione emotiva ricevuta in tenera età dai genitori e a volte ha ripercussioni a lungo termine, in età adulta. Chi la sperimenta vuole dimostrarsi diligente e affidabile e risultare perfetto in qualsiasi campo, dalla scuola al lavoro, dalla vita sociale a quella privata.
Quella della “sindrome della brava bambina” è un’etichetta convenzionale coniata sulla base di un antico retaggio culturale. Uno degli stereotipi più duri a morire è quello delle figlie femmine garbate, taciturne, composte, disciplinate, mature, diligenti, affidabili: in una parola, delle brave bambine. L’espressione, dunque, è parsa calzante per indicare i comportamenti di femmine e maschi che ricevono un’educazione che li spinge a ricercare approvazione e consenso e a compiacere gli altri. In più, è un modello comportamentale che si ritrova principalmente nel sesso femminile, anche se è comune pure nei maschi.
Le conseguenze
La sindrome della brava bambina, sviluppata in età infantile, rischia di avere conseguenze a lungo termine sulla salute mentale di chi la sperimenta. Il piccolo interiorizza quei comportamenti riproponendoli in età adulta nelle relazioni sociali e nel modo di approcciarsi alla vita e di affrontare gli ostacoli. A lungo andare il perfezionismo, il voler rispettare canoni e stereotipi, la bassa autostima, lo sminuirsi, il non sentirsi all’altezza, il mettere i proprio bisogni in secondo piano rispetto a quelli degli altri rischia di generare diversi disagi, quali:
- Ansia
- Senso di colpa
- Senso di inadeguatezza
- Frustrazione
- Senso di scarsa efficacia
Tra le conseguenze più gravi di chi vive secondo le aspettative altrui figurano il disturbo d’ansia generalizzata, il disturbo depressivo, il disturbo ossessivo compulsivo. I disagi a volte si traducono in sintomi psicosomatici, quali mal di testa, senso di affaticamento, mal di stomaco.
Come superare la sindrome della brava bambina
Nei casi più gravi la sindrome della brava bambina mette in crisi chi la sperimenta, che si sentirà privato di una sua personalità e tormentato da ansia e senso di colpa. Se accade, si consiglia di consultare uno specialista della salute mentale per intraprendere un percorso di consapevolezza che aiuti il paziente a vivere una vita più soddisfacente e, nello specifico, a:
- comprendere che lo sbaglio non è necessariamente qualcosa di negativo, ma un mezzo di crescita
- liberarsi da ansie, preoccupazioni, comportamenti che ne annientano l’autostima e lo allontanano dai propri obiettivi
- imparare a dire di no agli altri senza sentirsi in colpa, egoisti o disinteressati
- avviare un processo di crescita personale e non vivere più in funzione delle aspettative e del giudizio altrui
Il consiglio della psicologa
Come genitori è fondamentale prestare attenzione ai segnali che possono far sospettare che nostro/a figlio/a senta la necessità di soddisfare aspettative esageratamente elevate. Tale bisogno si riflette nello stile relazionale dei piccoli e potrebbe strutturarsi nell'età adulta portando conseguenze negative sul benessere psicologico.