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9 Marzo 2023
11:00

Smettere di allattare: cosa succede e come farlo senza traumi

Quando, se e come smettere di allattare è una decisione che spetta a mamma e figlio e può dipendere da molteplici fattori. L’Oms raccomanda l’allattamento esclusivo al seno per i primi sei mesi di vita del neonato e gli specialisti lo consigliano anche dopo, in combinazione con lo svezzamento e i cibi solidi. Smettere di allattare è un processo naturale, ma è opportuno farlo gradualmente: un'interruzione brusca potrebbe influenzare negativamente la salute della diade. Scopriamo insieme come gestire in serenità la fine delle poppate.

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Smettere di allattare: cosa succede e come farlo senza traumi
Smettere di allattare al seno

Sta a noi e al nostro bambino decidere quando smettere di allattare. Nella scelta, ovviamente, incidono le raccomandazioni dell’OMS e degli enti sanitari: fino ai sei mesi di vita del neonato è raccomandato, quando possibile, l’allattamento esclusivo al seno, che è consigliabile continuare anche dopo i sei mesi.

L’inizio dello svezzamento, infatti, non esclude la possibilità di allattare, anzi, i benefici delle poppate – sia per la mamma, che per il piccolo – continuano oltre l’anno di vita del bambino, e il lattante potrebbe gustare a lungo il latte della mamma, in combinazione con i cibi solidi proposti a tavola.

Smettere di attaccare il lattante al seno è un processo naturale e inevitabile con la crescita del piccolo. Tuttavia, non esiste un momento unico e inderogabile in cui tutte le mamme debbano interrompere le poppate. Quando smettere di allattare dipende dalle specifiche esigenze della mamma e del bambino.

L’allattamento al seno potrebbe essere doloroso o fastidioso, la produzione di latte potrebbe essere insufficiente, la mamma potrebbe essere sottoposta a cure particolari o potrebbe non essere disponibile ad allattare per motivi di lavoro o di qualsiasi natura. L’allattamento presenta svariati vantaggi e benefici per la diade, ma non è un obbligo, specie quando diventa complicato, doloroso o difficile da conciliare con la vita della mamma.

In ogni caso, quando arriva il momento di interrompere le poppate, è consigliabile farlo con gradualità. Smettere di allattare improvvisamente potrebbe causare complicazioni alla mamma e al piccolo sia dal punto di vista fisico che emotivo. L’interruzione brusca delle poppate, infatti, rischia di compromettere la salute della diade, provocando ingorghi mammari e mastite nella donna.

Qualsiasi sia il motivo per cui intendiamo smettere di allattare, è importante capire cosa succede dopo e come farlo in modo graduale e senza traumi.

Smettere di allattare di notte

Le poppate a cui i bambini rinunciano con più difficoltà sono in genere quelle notturne. Durante i risvegli di notte il bimbo fatica ad abbandonare l’abitudine dell’attaccamento al seno, che gli garantisce, oltre al fabbisogno nutritivo, un senso di protezione.

È raccomandato l'allattamento esclusivo per i primi 6 mesi di vita del neonato per un'esigenza di nutrimento e affettiva

Nei primi sei mesi di vita del neonato, l’OMS raccomanda l’allattamento al seno esclusivo. Poi, si procede con l’introduzione di alimenti diversi dal latte. Fino ad allora, gli specialisti consigliano di assecondare i bisogni del bambino, che di notte, come durante il giorno, cerca il seno materno per un’esigenza di nutrimento, oltre che affettiva.

Una volta iniziato e consolidato lo svezzamento e introdotti alimenti diversi dal latte nel piano alimentare del piccolo, è più facile iniziare a eliminare le poppate notturne.

Smettere di allattare di notte

Esistono una serie di strategie per smettere di allattare di notte:

  • Ridurre la durata delle poppate notturne
  • Creare una nuova routine serale, cenando presto per aiutare la digestione e proponendo il seno prima di andare a letto (per posticipare il più possibile la poppata successiva)
  • Sostituire la coccola del seno con un nuovo momento di intimità con il bambino, come la lettura di una fiaba
  • Far sentire il bambino protetto e sicuro nelle ore notturne, dormendo nelle sue vicinanze e senza abbandonarlo nei risvegli
  • Rimandare l’interruzione della poppata se il piccolo sta già affrontando un periodo difficile, come lo spuntare dei dentini o l’addio al ciuccio o al pannolone
  • Da mamma vivere la fine dell’allattamento serenamente, evitando di trasmettere ansie o paure al bambino
  • Se il bimbo è grande, spiegargli a parole perché ad un certo punto è necessario interrompere le poppate notturne

Nel caso di problemi persistenti o disagi particolari, possiamo rivolgerci al pediatra curante, che saprà consigliarci al meglio in base alle nostre specifiche esigenze.

Cosa succede se si smette di allattare e come farlo senza traumi

Se la neomamma si sente bene ad allattare, può continuare a proporre il seno al bambino oltre l’anno di vita del piccolo.

Per interrompere l’abitudine delle poppate, è una buona soluzione optare per un distacco graduale del bambino al seno, un procedimento più lento che aiuterà il piccolo a entrare in confidenza con la nuova routine che non prevede l’assunzione di latte materno.

La gradualità è fondamentale per evitare complicazioni fisiche e traumi emotivi alla mamma e al bambino.

L'interruzione improvvisa dell'allattamento costituisce un fattore di rischio per la salute fisica ed emotiva della diade

Interrompere bruscamente l’allattamento potrebbe costituire un fattore di rischio per la donna, la quale rischia di soffrire di ingorgo mammario, dotti bloccati o mastite, una dolorosa infiammazione della ghiandola mammaria. Nel caso di un ingorgo, le mammelle s’induriscono e si gonfiano, tanto da arrossarsi, essere doloranti al tocco e ostacolare il flusso di latte.

L’allattamento non è solo un mezzo per alimentare il bambino, ma un momento di nutrimento emotivo e affettivo. Se lo interrompiamo, assicuriamoci che lo stacco non sia freddo e brusco e preoccupiamoci di garantire al piccolo una buona dose di carezze e baci, che fungeranno da surrogato della coccola da poppata.

La fine dell’allattamento potrebbe tradursi in un shock per la mamma, specie se è il bambino a rifiutare il seno prima del previsto. Per una donna che viveva le poppate come un momento intimo di unione e condivisione con il bebé, il distacco del figlio dal seno potrebbe configurarsi come la prova di un fallimento materno.

Smettere di allattare prima o dopo non ci qualifica come mamme

A quel punto, è fondamentale per la mamma trovare un nuovo modo per comunicare con il suo piccolo, per esempio attraverso le coccole o il gioco, senza lasciare spazio a paure e sensi di colpa, che non hanno fondamento. Ricordiamoci che smettere di allattare è un processo naturale e farlo prima o dopo rispetto ad altre donne non ci qualifica come buone o cattive madri.

Smettere di allattare senza traumi

Suggerimenti per smettere di allattare

Per rendere più dolce il distacco del bambino al seno, sono stati messi a punto una serie di utili consigli. Vediamoli:

  • Indossare indumenti che scoraggino l’allattamento, in modo che il bambino non riesca a raggiungere il seno facilmente, evitando scollature profonde e canottiere
  • Abituare il bambino a non essere allattato fuori casa
  • Non offrire il seno al bambino se non lo richiede. Qualora fosse necessario svuotarlo per l’eccesso di latte, è meglio ricorrere alla spremitura manuale senza essere viste dal piccolo e svuotare il seno della quantità minima necessaria a stare meglio in modo da non rimuovere il fisiologico feedback da inibizione che si crea quando il seno è già pieno
  • Evitare di mostrarsi nude o con il seno scoperto davanti al bambino, che potrebbe essere invogliato ad attaccarsi o a cercare il seno materno per la poppata
  • Rimandare la poppata a un secondo momento inventando una scusa (come la preparazione della cena o l’urgenza del bagno), facendo attenzione a mantenere la promessa

In specifici casi (come l’insorgenza di una malattia o l’assunzione di una terapia farmacologica) la sospensione dell’allattamento è una necessità a cui non ci si può sottrarre. In quelle circostanze è importante informarsi adeguatamente con il supporto degli specialisti e monitorare il benessere del bambino, avendo cura del suo stato emotivo.

Come smettere di allattare un bambino di 2 e di 3 anni

Se il bambino è grande e più consapevole, togliergli il seno dopo un’annosa abitudine potrebbe risultare ancora più complicato rispetto che con un neonato in fasce. A questo proposito esistono degli accorgimenti da mettere in campo per abbandonare l’abitudine dell’allattamento, che non cambiano a seconda dell’età del pargolo.

Per smettere di allattare un bambino di 2 o di 3 anni:

  • Distrarlo, coinvolgendolo in attività di gioco e svago, nella preparazione del cibo in cucina, in una faccenda quotidiana o leggendogli una fiaba
  • Non offrire il seno come mezzo per calmarlo quando piange o è infastidito
  • Offrire alternative in base alle sue esigenze, proponendogli, per esempio, uno spuntino se ha fame oppure un gioco se è annoiato

Se allattiamo al seno fino al termine naturale, noteremo che le sessioni di alimentazione del piccolo alla fine diventano più brevi e meno frequenti, fino a quando non si interrompono completamente.

Smettere di allattare un bambino a 3 anni

Si perde peso quando si smette di allattare

La questione relativa alla perdita di peso dopo la fine dell’allattamento è dubbia. Dimagrire solo quando si smette di allattare (e non durante l’allattamento) è una teoria comune, condivisa da centinaia di mamme che hanno vissuto l’esperienza delle poppate, tuttavia non è supportata da fonti ufficiali.

Senza dubbio, però, l’allattamento al seno è promosso come mezzo per dimagrire, e anche il Ministero della Salute include la perdita di «peso accumulato durante la gravidanza» fra i benefici dell’allattamento.

In caso di una drastica e repentina perdita di peso durante o dopo l’allattamento, comunque, è raccomandabile rivolgersi a uno specialista.

Smettere di allattare? Una scelta personale

Per quanto riguarda l’allattamento, non esiste un’unica strada percorribile da tutte le mamme del mondo. Sarebbe pretenzioso e ingiusto crederlo. Come, se e quando allattare è una decisione personale, che ogni donna deve prendere in base alle necessità proprie e del suo bambino. Ovviamente la scelta – qualsiasi essa sia – deve essere supportata da una figura ostetrica o pediatrica di riferimento, con la consapevolezza di base che l’allattamento al seno è la via maestra suggerita dall’Oms e consigliata dagli specialisti.

Smettere di allattare prima o dopo non ci qualifica come buone o cattive mamme. Alcune mamme attraverso l’allattamento entrano in simbiosi con il piccolo, instaurano un rapporto speciale con il cucciolo d’uomo e, quando è cresciuto, sono spaventate all’idea di dover abbandonare la tenera routine. Ma non per tutte è così: per altre mamme – altrettanto “buone mamme” – le poppate sono un impegno che non riescono più a gestire con il passare del tempo e l'aumentare della stanchezza, un momento di disagio o un atto doloroso e desiderano interromperlo quanto prima.

Qualsiasi sia il motivo dell’interruzione delle poppate e qualsiasi siano le tempistiche, la mamma non deve sentirsi in difetto, né tantomeno giudicata. Chi non allatta, non è una mamma di Serie B, così come non lo è chi continua ad allattare quando il bambino è grande.

Fonti mediche
NHS
Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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