Non è mai troppo tardi per credere nei propri sogni. Ce lo insegnano Rosino Tata, 82 anni, e la moglie Serafina Rosati, che ha da poco spento 77 candeline. I due, uniti da quasi sessant’anni di matrimonio, a giugno, come qualsiasi quattordicenne, si sono seduti tra i banchi della scuola di Minturno (Latina) per sostenere l’esame di terza media e ottenere quel diploma che, in giovane età, non avevano potuto conseguire. Da allora, nei coniugi era rimasto il rammarico di non aver raggiunto il traguardo scolastico della licenza media, che con quasi settant'anni di ritardo e dopo 59 di matrimonio sono riusciti a conquistare.
«È stato esaudito un grande sogno, di quelli che solo la scuola riesce a realizzare» ha commentato Matteo Marcaccio, presidente della Commissione Cultura del Comune del sud pontino, che ha condiviso in rete il tenero scatto dell’anziana coppia, immortalata durante la discussione dell’esame orale.
Rosino e Serafina, marito e moglie originari di Alvito, in provincia di Frosinone, sono uno straordinario esempio di determinazione e tenacia. Ex imprenditore edile lui, casalinga lei, il percorso d’istruzione della coppia si era concluso in quinta elementare, quando, costretti a far fronte a tanti problemi e ristrettezze, hanno lasciato gli studi. Quando erano adolescenti loro, negli anni Cinquanta, la scuola media e, ancor di più, il Liceo e l’Università erano un privilegio riservato a pochi. I due, tuttavia, non hanno mai abbandonato il desiderio di conseguire, un giorno, il titolo di studio. Una volta raggiunta la pensione, si sono iscritti alla scuola serale dell’Istituto Comprensivo “Antonio Sebastiani” di Minturno, nella speranza che quel sogno non fosse più un rimpianto.
Insieme a loro, ha conseguito il titolo di licenza media anche Najla, una giovane mamma tunisina di 26 anni, che si è presentata in classe insieme ai suoi due figli. «Un grande grazie ai docenti coordinati dalla professoressa Tucciarone e alla dirigente scolastica Daniela Caianiello, – ha concluso Marcaccio – perché senza di loro questi sogni non sarebbero mai diventati realtà».