Quando ha aperto la porta di casa, in pigiama e intontito dal sonno, si è ritrovato davanti il dirigente scolastico in persona. «Giuro che non lo sapevo! Credevo che ci fosse solo la parte orale dell’esame» sarebbe stata la giustificazione del ragazzo, che la mattina della prova scritta dell’esame di terza media non si è presentato in classe. Il preside, quando si è accorto della sua assenza all’appello in aula, è salito in macchina ed è andato personalmente a casa dello studente per richiamarlo al suo dovere.
È accaduto mercoledì mattina in una scuola media di Parma. Sono scoccate le 8 del mattino e gli studenti hanno già preso posto tra i banchi distanziati, quando gli insegnanti si accorgono dell’assenza di uno di loro. I compagni di classe non hanno idea di quale sia il motivo del ritardo dell’amico e iniziano a tempestarlo di messaggi su Whatsapp. Nessuna risposta. A quel punto, la palla passa alla segreteria, che tenta di mettersi in contatto con i genitori del ragazzo, senza successo: il telefono squilla a vuoto e né la mamma né il papà risultano reperibili. Quel che la scuola era in dovere di fare, è stato fatto. Non resta che iniziare la prova scritta di italiano.
Il dirigente scolastico, però, non ha intenzione di demordere: quel ragazzo deve sostenere il suo esame di terza media. Chiede alla classe di portare pazienza e attendere il suo ritorno per iniziare la prova. Dopo essersi informato sull’indirizzo di casa dello studente, il preside mette in moto l’auto e guida fino all’abitazione dell’alunno.
Il giovane indossa ancora il pigiama ed è visibilmente assonnato quando apre la porta. Probabilmente, si è svegliato di soprassalto con il campanello di casa suonato dal dirigente. «Giuro che non lo sapevo! Credevo che ci fosse solo la parte orale dell’esame… Mi vesto subito e arrivo!» avrebbe risposto, dopo che il preside gli ha chiesto il motivo della sua assenza, come riporta Repubblica.
I due, preside e studente, arrivano in classe, e gli insegnanti ottengono finalmente il via libera per dare inizio all’esame. Tutto è bene, quel che finisce bene, anche se il rischio corso dallo studente è stato alto. Senza l’intervento del preside, infatti, l’alunno avrebbe rischiato di essere automaticamente bocciato e costretto a ripetere l’anno a settembre. Le sessioni suppletive, infatti, sono accessibili solo a coloro che presentano delle assenze giustificate, tra cui ovviamente non rientra la scusante “assenza per dimenticanza” o, peggio, “per sonnolenza”.
Una storia, quella che è andata in scena nella scuola media parmense, che racconta di un docente che non si arrende di fronte alla negligenza di un adolescente e lotta contro la dispersione scolastica, un fenomeno che nel nostro Paese registra tassi di abbandono preoccupanti. Un preside che, pur osservando il protocollo, fa più di quanto gli è richiesto dal suo ruolo per il bene di un alunno. «Ovviamente esistono casi e contesti molto complessi, ma spesso ci scordiamo che la scuola è fatta di relazioni e non di burocrazia e protocolli da rispettare per essere in regola – conclude il preside, come riporta Repubblica –. Il mestiere dell’insegnante è relazionale e questo ognuno di noi dovrebbe scriverlo e appenderlo in un quadro da tenere in salotto».