Quasi 700 commenti e più di 100 condivisioni, sono i numeri dei post su Facebook a proposito dell'incidente automobilistico che vede indagati i 5 giovani youtubers TheBorderline per la morte del piccolo Manuel di appena 5 anni. E tra tutte queste parole digitate online il web si divide tra chi crede che la colpa sia dei giovani di oggi, chi tutta dei genitori e chi invece pensa che il problema risieda nei social network.
Sono bastati pochi post della pagina Facebook di Your Edu Action a scatenare il web a proposito della folle challenge dei TheBorderline, ognuno ha detto la sua, e i tanti pareri ci permettono di riflettere su un tema molto spinoso, il rapporto tra social e adolescenza. In questo mondo digitalizzato, i cosiddetti nativi digitali nascono immersi, mentre i loro genitori arrancano nel tentativo di non affogare, cercando di capirne le insidie. Il tutto mentre si destreggiano tra chat di classe, pagelle online, profili Instagram, Facebook e anche TikTok.
I commenti ai TheBorderline su Facebook
Una buona parte degli utenti di Facebook è d’accordo nell’imputare la colpa ai genitori: «La mela non cade mai lontana dall’albero» dice Monica, in relazione alla presunta affermazione dei genitori di uno dei ragazzi che arrivato sul posto secondo alcune testate avrebbe detto: "Sono ragazzate”.
Il problema principale sembrerebbe risiedere nel metodo educativo troppo morbido, dei genitori dei nativi digitali: 109 like per Irina che dice «Il problema sono proprio i genitori, che al giorno d’oggi invece di rimproverarli gli fanno applausi». Lo stesso vale per Lorenzo che dice «La famiglia permette ormai di fare tutto, giustifica tutto».
Genitori che appaiono anche sempre più assenti e meno interessati a quello che i loro figli fanno online: «Ma questi genitori sono contenti di quello che i loro figli fanno sui telefoni?» chiede Domenica.
C’è chi, invece, si sente un po’ un marziano davanti alle nuove generazioni e generalizza dicendo: «Questi ragazzi sono il futuro della nostra società», preoccupato per le conseguenze di un mondo che ci vede tutti completamente immersi in una realtà virtuale, che ci scordiamo avere ripercussioni sulla vita vera. Per molti, nei commenti, le nuove generazioni trascorrono troppo tempo online e così perdono il contatto col mondo reale. «Che tristezza questa gioventù priva di valori alla ricerca solo della fama e dei soldi e che per avere tutto questo fa queste cose e la tristezza più grande è che questi video sono seguiti da altri ragazzi come loro» dice Patrizia.
Per qualcuno la colpa è da imputare alla strada o meglio a chi ha dato la patente ai ragazzi: «Basta con le patenti facili bisogna valutare anche il grado di responsabilità del soggetto e essere più costanti nei controlli sia sugli alcolici che sull’uso di droga, con ritiro immediato della patente».
E ultimi ma non per importanza sono i social, responsabili di star crescendo generazioni connesse su internet ma disconnesse dal mondo reale, per le quali una challenge che prevede velocità folli in una strada cittadina non è impensabile: «Ma perché nessuno accusa YouTube per il fatto che consente di mettere in rete simili sconcezze? A mio parere è da ritenere responsabile» dice Lucio.
Ma secondo Paolo anche se le piattaforme intervenissero in qualche modo o i genitori fossero più autoritari per quanto riguarda l’utilizzo dei social il problema starebbe altrove: «Potete chiudere YouTube, disattivare TikTok, cancellare Instagram e oscurare Facebook. Potete bruciare tutti i cellulari di questo mondo e potete disdire gli abbonamenti internet. Ma la soluzione per evitare che i vostri figli facciano c…te è una soltanto: educarli».
A caratteri cubitali interviene Dorel proponendo “ERGASTOLO A TUTTI, SENZA PROCESSO”, un parere molto forte, frutto della rabbia e della propensione dei social a far vedere tutto o bianco o nero, ma all’interno del quale troviamo un fondo di verità.
La colpa per l’accaduto come dice Dorel è da imputare a TUTTI, ed è inutile prendersela con la società, con i genitori, con i ragazzi o con i social. In questo mondo digitalizzato siamo TUTTI immersi, e se la situazione ci sta sfuggendo di mano dobbiamo TUTTI sentirci responsabili e trovare un rimedio, abbandonando le tastiere dalle quali scriviamo le nostre verità. Anche perché la ricerca del colpevole non cancellerà ciò che è successo, solo agire insieme educando i ragazzi ai rischi e alle insidie del web prima che sia tardi, potrà funzionare da prevenzione a nuove tragedie.