Suona il telefono e la chiamata che riceviamo inizia più o meno così: «Scusi, parlo con la neuromotricis… mototerapist… psicomotricis… ehm… con quella che fa giocare i bambini, insomma?». Il nome della nostra professione in effetti non aiuta a farsi ricordare: noi Terapisti della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva (abbreviato TNPEE) siamo presenti in Italia da quasi una trentina d’anni come unica figura sanitaria riabilitativa (alla pari di fisioterapisti e logopedisti, per intenderci) formata e dedicata esclusivamente all’infanzia, eppure non tutti sanno di che cosa ci occupiamo.
Andiamo con ordine e cerchiamo di capire di che cosa si occupano e quando contattare i TNPEE, gli specialisti dei processi evolutivi 0-18 anni.
Chi è il TNPEE
Professionista sanitario, il TNPEE ha conseguito una laurea triennale in Terapia della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia e ha superato una prova abilitante (equivalente all’Esame di Stato) per poter esercitare la professione.
È obbligatoriamente iscritto all’Albo provinciale degli Ordini TSRM e PSTRP e si aggiorna continuamente tramite il sistema di Educazione Continua in Medicina.
Il TNPEE è, quindi, lo specialista dello sviluppo tipico e atipico dei bambini: ha studiato e si è formato su come poter promuovere al meglio l'evoluzione di ciascun bimbo.
Di cosa si occupa
Come recita il Decreto n.56 del 17 gennaio 1997, il TNPEE svolge, in collaborazione con l’équipe multidisciplinare, «gli interventi di prevenzione, terapia e riabilitazione delle malattie neuropsichiatriche infantili, nelle aree della neuro-psicomotricità, della neuropsicologia e della psicopatologia dello sviluppo».
Per semplificare, ci occupiamo principalmente di due ambiti:
- Prevenzione, ossia di consulenza, stimolazione e screening
- Patologia, cioè di ri-abilitazione delle specifiche aree compromesse
Le sfumature in realtà sono molte e complesse, possiamo quindi riassumere che, partendo dalla conoscenza dello sviluppo tipico e atipico, ci muoviamo nel continuum salute-malattia avendo come obiettivo la miglior crescita possibile per i nostri bambini.
Spesso il genitore ci contatta perché ha notato un comportamento anomalo nel bambino e ci chiede se e come possiamo aiutarlo. Per esempio, se il piccolo fatica a parlare, manifesta difficoltà a relazionarsi, dimostra un impaccio motorio. A quel punto, programmiamo una valutazione conoscitiva del bambino e stabiliamo quali siano effettivamente le fragilità su cui possiamo intervenire.
Capita, in questa fase, che il comportamento riportato dal genitore non sia quello su cui ha senso concentrarsi primariamente, oppure che il dubbio riportato dal genitore non abbia necessità di un intervento immediato, ma di un monitoraggio futuro. Per esempio, il bambino che fa fatica a dire le prime paroline o frasi potrebbe aver bisogno, prima ancora di lavorare sull’aspetto linguistico-comunicativo, di essere supportato nell’ampliamento del gioco, oppure di essere monitorato più avanti. In quest'ultimo caso, si consiglia al genitore di mettere in atto semplici accorgimenti a casa.
In specifici casi, inviamo la richiesta a colleghi neuropsichiatri per eventuali approfondimenti diagnostici, altre volte, invece, iniziamo il nostro percorso valutando man mano come evolve il bambino, aiutato dalla nostra stimolazione.
Progetti educativi e scolastici
Possiamo svolgere progetti negli asili e nelle scuole per stimolare competenze più o meno specifiche, attraverso progetti mirati alla stimolazione neuro psicomotoria globale oppure mirati alla grofomotricità, al potenziamento cognitivo o di screening.
Consulenze a genitori e insegnanti
O ancora, possiamo offrire a genitori e insegnanti servizi di consulenza circa lo sviluppo del loro bambino, rispondendo a domande del tipo: "Come stimolare il gattonamento?", "Quale gioco posso utilizzare con mio figlio di 5 anni che ama le costruzioni?", "Come posso intervenire quando mio figlio lancia gli oggetti?".
Osservazioni e valutazioni
Effettuiamo osservazioni e valutazioni utilizzando test standardizzati. In questo modo, contribuiamo al bilancio di sviluppo e\o diagnostico di uno specifico bimbo, stabilendo poi con l’équipe gli obiettivi dell’eventuale percorso riabilitativo (per esempio, nel caso di un bambino con un ritardo dello sviluppo, affetto da autismo o da paralisi cerebrale, e così via).
Quando rivolgersi al TNPEE
È utile contattare un TNPEE per qualsiasi consiglio da chiedere o dubbio da sottoporre circa lo sviluppo neuro psicomotorio del piccolo, cioè relativo a:
- Area del comportamento e interazione sociale: per esempio, quando un genitore si chiede "mio figlio è molto timido, non cerca la relazione con gli altri bambini, cosa devo fare?" oppure "mio figlio cerca gli altri bambini ma si fa valere con pugni e morsi, come mi devo comportare?"
- Area della motricità grossa e fine (“mio figlio è impacciato nel vestirsi e nell’utilizzo di oggetti piccoli", "mio figlio si muove in modo poco aggraziato”)
- Area delle funzioni psicomotorie, che riguarda la gestione del tempo, dello spazio, del ritmo, dell’attività, della regolazione del bambino
- Area dell’aspetto cognitivo e neuropsicologico (“mio figlio capisce tutto ma poi non si ricorda", "mio figlio si distrae sempre”)
- Area del gioco (“mio figlio fa sempre gli stessi giochi", "mio figlio fa fatica a fare giochi simbolici come fanno i suoi amichetti”)
- Area della comunicazione (“non capisco cosa dice mio figlio", "mio figlio si fa capire ma ancora non parla",
"mio figlio sembra non capire cosa gli chiediamo”)
Il terapeuta consiglierà ai genitori quali risorse e strategie provare a mettere in campo con il bambino.
Gli strumenti di lavoro
Sulla base delle tappe di sviluppo e delle tecniche e metodologie specifiche per fascia d’età e per eventuali disordini presenti, proponiamo appositi giochi e attività ai bambini.
È vero quindi che noi TNPEE siamo “quelli che giocano con i bambini” perché è proprio nell’attività ludica che il bambino è motivato a sperimentare e mettere in campo tutte le proprie abilità, ed è proprio in questi momenti che noi adulti possiamo inserirci per introdurre variazioni che possano stimolare, modificare o far emergere nuove competenze!
Usiamo, quindi, oggetti di tutti i tipi:
- giochi strutturati (giochi di società, cucine giocattolo)
- giochi non strutturati (mattoncini, cerchi, tappeti)
- libri
- strumenti musicali
- i nostri corpi
Tutto quanto detto ha infatti valore se si inserisce nella relazione che si instaura con il bambino, e la relazione passa da come sto con te, dalle parole utilizzate e con quale tono, dai gesti scambiati, dalla mia vicinanza, dallo sguardo, dall’espressione del viso.
È un gioco, sì, ma… non proprio da ragazzi!
Dove trovo il TNPEE
Possiamo trovare il TNPEE nel Sistema Sanitario Pubblico, inserito nelle unità di Neuropsichiatria Infantile, Neonatologia e Riabilitazione, e nei centri e istituti convenzionati che erogano prestazioni riabilitative. In questi casi solitamente si arriva al terapista dopo una prima visita neuropsichiatrica.
Il terapista può esercitare inoltre come libero professionista, solitamente in studi o associazioni private, occupandosi di percorsi individuali o di piccolo gruppo, consulenze, formazioni per genitori e insegnanti.
Spesso (e auspicabilmente) il TNPEE collabora con psicologi, neuropsichiatri infantili, logopedisti, fisioterapisti, educatori e psicomotricisti.
Cosa non è il TNPEE
La poca conoscenza della nostra figura ha portato e porta tutt’ora a molta confusione, anche tra gli addetti ai lavori! È utile fare alcune distinzioni, dalle più basilari alle più sottili, così da fare chiarezza e sapere a chi ci stiamo rivolgendo per supportare nostro figlio.
Innanzitutto, il TNPEE, anche se gioca con i bambini e si mostra sorridente e accogliente, non è una babysitter, né un animatore, né un intrattenitore.
Il terapista della neuro non è nemmeno quella figura che insegna ai piccoli i percorsi motori in palestra o che organizza le recite negli asili. O, meglio, il terapista potrebbe ricorrere al movimento e alla drammatizzazione all’interno del proprio percorso di terapia, ma bisogna fare attenzione perché in alcuni asili vengono ancora spacciate per neuro psicomotricità attività svolte da figure che non hanno competenze in questo campo. Attività che possono avere il loro valore e la loro utilità, ma che sono un’altra cosa rispetto alla terapia della psicomotricità!
Spesso il TNPEE viene erroneamente definito psicomotricista, anche dagli addetti ai lavori (come pediatri e neuropsichiatri), talvolta per semplice comodità lessicale, creando immensa confusione. La figura dello psicomotricista esiste e la sua collaborazione è preziosa, ma ha una formazione e delle specificità diverse.
Lo psicomotricista si forma, infatti, attraverso corsi triennali erogati da scuole private, svolge interventi di educazione, prevenzione e sostegno alla crescita psicofisica ed emotivo-relazionale, ma non riabilitativi, si rivolge sia all’età evolutiva che all’età adulta ed appartiene alle professioni senza un albo di riferimento. Anche se i limiti delle aree di competenza sono sottili, è bene sapere però che è utile rivolgersi allo psicomotricista quando vogliamo portare dinamiche emotive\educative, ma che non è la figura indicata se abbiamo dubbi, richieste o preoccupazioni circa tappe o dinamiche di sviluppo del nostro bambino. Per queste necessità bisogna rivolgersi al TNPEE.
Il terapista della neuro, comunque, non è onniscente. L’età evolutiva non è una cosa da poco: comprende fasce d’età molto diverse (dalla nascita ai 18 anni), sfere di competenza molto diverse (dalla regolazione al gesto grafico) e, nel caso di disturbi, diagnosi molto diverse (dalla paralisi cerebrale all’autismo). Questo significa che, seppure ogni TNPEE abbia studiato per sapersi approcciare a ciascuna di queste situazioni, ognuno si è poi specializzato tramite corsi e master in particolari settori. Per questo è utile, se non indispensabile, il lavoro in équipe e può essere d'aiuto, nel momento in cui contattiamo il TNPEE per una richiesta molto specifica, conoscere la sua eventuale specificità.
Non basterebbe un libro probabilmente per spiegare le mille sfaccettature e specificità del nostro lavoro. Avremo occasione di addentrarci insieme in questo mondo affrontando temi cari al TNPEE e “pensare” da TNPEE!