Durante la trentaquattresima settimana di gravidanza, la penultima dell'ottavo mese, il corpo della donna e il feto si apprestano ad entrare nell'ultima fase del terzo trimestre di gravidanza. In questo periodo la futura madre potrebbe accusare una maggiore stanchezza data dall'aumento di peso e della crescita dell'utero, mentre il feto, ormai quasi del tutto formato, si prepara al momento della nascita e dovrebbe già aver assunto la posizione cefalica in vista del parto.
Il feto alla 34ª settimana di gravidanza
Alla 34ª settimana di gravidanza, il feto è ben sviluppato e assomiglia sempre di più a un neonato, sebbene con dimensioni più ridotte. Ora infatti il feto misura circa 45-46 centimetri dalla testa ai piedi e pesa intorno ai 2,2 kg, all'incirca come una piccola noce di cocco o un grosso cespo di lattuga.
Adesso il corpo ha acquisito una maggiore proporzione rispetto alla testa, e i suoi organi interni sono ben sviluppati: i polmoni continuano a maturare, producendo sempre più surfattante (una sostanza che aiuterà il neonato a respirare autonomamente dopo la nascita), l'apparato digerente è già in funzione e anche il cervello diventa sempre più attivo, con le connessioni neurali che via via vanno a consolidarsi.
La pelle del feto adesso appare meno rugosa grazie all'accumulo di grasso sottocutaneo che la rende più liscia, e nonostante lo spazio sempre più ridotto, il piccolo continua a muoversi e calciare.
È importante notare che ogni gravidanza è unica, e le caratteristiche esatte del feto possono variare. Ginecologi e ostetriche monitorano attentamente la crescita e lo sviluppo del feto attraverso gli esami prenatali regolari per garantire che tutto proceda normalmente.
La posizione del feto
Con l'avvicinarsi del momento del parto, il feto potrebbe già aver assunto la posizione cefalica, ossia con la testa rivolta verso il bacino. Ciò però può avvenire anche nelle settimane successive oppure non avvenire affatto. In quel caso il bimbo rimarrà "podalico" (con i piedi verso la pelvi) e molto probabilmente servirà un taglio cesareo per portare a termine il parto, a meno di un ultimo tentativo come il "rivolgimento per manovre esterne", procedura praticata solo da alcuni ginecologi ostetrici esperti.
Come cambia il corpo della donna
Alla trentaquattresima settimana di gravidanza la futura madre ha probabilmente guadagnato un peso significativo, idealmente tra i 9 e i 13,5 kg. È importante ricordare però che ogni gestazione fa storia a sé e le condizioni di partenza influiscono molto sulla quantità di peso che sarebbe giusto acquistare nel corso dei nove mesi.
L'utero, invece, ha senz'altro raggiunto dimensioni notevoli, estendendosi molto al di sopra dell'ombelico. Questa crescita può esercitare pressione sugli organi circostanti e causare sensazioni di pienezza e disagio, rendendo più difficoltoso il sonno e appesantendo i movimenti durante la giornata.
Anche la pressione sanguigna può essere leggermente più alta rispetto alla norma (ma va contattato il curante se supera i valori di 140/90), e il gonfiore, in particolare alle mani e ai piedi, potrebbe risultare più evidente.
In questo periodo le donne in dolce attesa potrebbero anche avvertire le cosiddette contrazioni di Braxton Hicks, contrazioni uterine non dolorose che però non preannunciano l'inizio del travaglio.
I sintomi più comuni
Nel corso della trentaquattresima settimana di gravidanza, molte donne possono sperimentare sintomi comuni legati alle fasi avanzate della gestazione. Quali:
- Difficoltà nel sonno: il peso extra, il disagio fisico e le frequenti visite al bagno possono contribuire a difficoltà nel trovare una posizione comoda per dormire.
- Pressione nella zona pelvica: la testa del bambino può iniziare a scendere nella pelvi in preparazione al parto, causando sensazioni di pressione nella zona pelvica.
- Aumento dello stimolo della minzione: la crescita dell'utero può esercitare pressione sulla vescica, causando un aumento della necessità di urinare.
- Variazioni delle secrezioni vaginali: le secrezioni vaginali possono aumentare, e potrebbe verificarsi la perdita del tappo mucoso.
- Mal di schiena: aumento del peso e cambiamenti nella postura possono causare dolore nella parte bassa della schiena e nelle anche.
- Spossatezza: la stanchezza può essere più pronunciata a causa dei cambiamenti ormonali e del peso extra.
Come affrontare questa fase della gravidanza?
Mentre il corpo si prepara per l'arrivo del piccolo, la futura mamma può approfittare di queste settimane per prepararsi fisicamente e mentalmente al momento del parto.
Oltre al riposo e al relax – elementi fondamentali per arrivare al termine della gestazione con il giusto spirito – in questo periodo può dunque essere d'aiuto anche dedicarsi alla cura del proprio corpo praticando un po' di esercizio fisico moderato e seguendo una dieta equilibrata e priva di eccessi.
Seguire un corso pre-parto poi può rivelarsi molto utile per combattere ansie e paure che potrebbero venire a galla con l'avvicinarsi del termine della gravidanza: conoscere le opzioni disponibili per il parto e creare un piano di nascita può fornire una maggiore tranquillità.
Anche nelle ultime settimane è poi importantissimo che le donne incinte continuino a seguire le indicazioni del loro ginecologo e/o della loro ostetrica, partecipando ai controlli prenatali regolari e condividendo eventuali preoccupazioni o sintomi con i professionista della salute.
Il consiglio dell'ostetrico
«Le 34 settimane di gravidanza sono un momento molto significativo: per molte strutture sanitarie di primo livello, infatti, questa è l'epoca gestazionale a partire dalla quale non esistono più problemi nel garantire l'assistenza al neonato» ci spiega l'ostetrico Riccardo Federle.
«Se prima delle 34 settimane, dunque, è sempre bene informarsi sugli ospedali circostanti e recarsi (qualora ci fossero problemi rispetto al buon decorso della gravidanza) in un nosocomio che abbia a disposizione il reparto di terapia intensiva neonatale, a partire da quest'epoca la maggior parte delle strutture è in grado di prestare l'adeguata assistenza ai nuovi nati, grazie alla presenza di pediatri formati e del reparto di patologia neonatale. Tutto ciò può fare una discreta differenza per i neogenitori rispetto alla scelta del luogo del parto».