Oggi è la festa del papà e mentre facciamo gli auguri ai nostri genitori non possiamo fare a meno di pensare ai loro diritti. Il congedo di paternità, i giorni cioè in cui il papà lavoratore dipendente, dopo l’arrivo del suo bimbo, può trascorrere con lui assentandosi dal lavoro ma venendo comunque retribuito sono appena 10 in Italia. Secondo Save the Children che ha rielaborato i dati dell'INPS, dall'anno in cui i papà hanno potuto per la prima volta usufruire del congedo di paternità, ad oggi, sono triplicati i papà che sfruttano questa opportunità.
Ciò nonostante sembrano (e sono) pochissimi i giorni concessi ai papà, soprattutto se confrontiamo il nostro Paese con il resto d’Europa, ma sono stati una conquista complessa e recente. I primi papà che hanno usufruito del congedo parentale nel 2013 hanno potuto rimanere con i propri bimbi un giorno solo prima di riprendere a lavorare, da lì in avanti a suon di pochi giorni siamo arrivati a 10. Le famiglie, però continuano a considerare davvero pochi questi giorni, un'indagine condotta da Manager in Italia ha infatti dimostrato che l'85% dei papà vorrebbe un congedo di paternità più lungo e Unicef Italia, lo scorso 4 marzo ha raccolto quasi 50.000 firme di lavoratori favorevoli ad un allungamento del congedo.
Save the Children ha rielaborato i dati dell’INPS mettendo in luce un forte cambiamento culturale che sta investendo il nostro Paese. È in crescita, infatti, il numero dei papà che usufruiscono del congedo di paternità, riconoscendone la necessità e l’importanza.
Nel 2013, nonostante fosse solo uno il giorno concesso ai papà per rimanere con il proprio bimbo, meno di 1 papà ogni 5 usufruiva del congedo.
E questa settimana "lunga" che ai papà è concessa per rimanere con i propri bambini e ai partner per avere un supporto nell’accudimento fondamentale dei primi giorni di vita del piccolo è comunque una conquista recente. Il 15 marzo 2023 il congedo di paternità ha compiuto 10 anni e nel 2013 i papà potevano stare a casa 1 giorno, per l’esattezza erano stati solo 51.745, il 19.25% degli uomini divenuti padri in quell’anno, a sfruttare quella giornata.
Nel 2022, quasi 10 anni dopo, invece, i padri che hanno usufruito del congedo di paternità sono stati 172.797, tre volte tanti i papà del 2013. Più di 3 papà su 5 riconoscono l’importanza del supporto al loro bambino e alla loro compagna nei primi giorni di vita del bebè.
Ad usufruire del congedo sono per lo più uomini tra i 30 e i 39 anni e tra i 40 e i 49 anni, dato che conferma che ormai nel nostro Paese si decide di avere un figlio sempre più tardi. Di loro la maggior parte lavora in aziende medio-grandi, con più di 100 dipendenti, ha un contratto a tempo indeterminato (70%) e vive nel nord d’Italia. Se a Crotone rimane a casa 10 giorni con il proprio bimbo il 24% dei neo-papà, a Pordenone rimane a casa l’85% dei papà.
Questo non basta, però a sanare un problema ancora enorme nel nostro Paese, lo squilibrio nei lavori di cura, il cui piatto della bilancia pende sempre verso le donne, che rinunciano al proprio lavoro e si dimettono per occuparsi dei figli, dicendo addio, spesso non per propria volontà, alla carriera. Mentre facciamo gli auguri ai nostri papà, ricordiamoci di quanto ancora manchi per arrivare ad una parità, che consenta a ogni genitore di gestire la propria vita familiare e lavorativa, come meglio crede.