Ammettiamolo, per molti parlare di tasse, imposte e redditi rappresenta un'attività meno piacevole di un'estrazione dentale senza anestesia. Eppure conoscere tutte le detrazioni riservate alle famiglie previste dal nostro ordinamento fiscale può rappresentare il modo migliore per evitare scherzetti poco piacevoli in busta paga e, perché no, risparmiare qualche soldo.
Come funziona la dichiarazione dei redditi per le famiglie
Il mese di maggio è spesso periodo di calcoli e controlli per presentare all'Agenzia delle Entrate la dichiarazione dei redditi, il documento il quale i lavoratori dipendenti comunicano al Fisco i propri guadagni annui e, sulla base i questi ultimi, pagano le imposte allo Stato per finanziare i servizi pubblici essenziali (scuole, ospedali, infrastrutture ecc…).
Nel modulo da presentare – l'arcinoto 730 – non vengono però inseriti solo i redditi, ma anche tutte alcune spese sostenute durante l'anno e che per legge possono comportare una detrazione fiscale, ossia una parziale riduzione delle tasse dovute.
Molte di queste detrazioni riguardano la famiglia e i costi per i figli a carico, ossia i minori di 24 anni che – avendo un reddito inferiore ai 4.000 euro lordi l'anno – risultano economicamente dipendenti dai genitori per il proprio sostentamento.
Che spese si possono detrarre per i figli?
Le detrazioni per i figli a carico variano ovviamente in baso al reddito complessivo di chi presenta la dichiarazione.
Fino a qualche anno fa erano diverse dedicate alle spese sostenute per i figli a carico ma l'introduzione dell'Assegno Unico ha accorpato molte forme di sostegno economico per i genitori, andando a sostituire totalmente o in parte diverse spese "scaricabili" dal 730.
Gli onori che pesano sul bilancio familiari e che possono essere detratte rimangono quindi:
- Detrazioni per le rette dell'asilo nido: riguarda una riduzione del 19% sull'IRPEF da applicare per i costi d'iscrizione a nidi o sezioni primavera su un importo massimo di 632 euro per figlio. Questa detrazione però non si può richiedere se si è già beneficiato del Bonus Nido
- Spese per l'istruzione (scuole dell'infanzia, primarie e secondarie): riduzione del 19% sulle spese per iscrizioni, gite, corsi di lingua, assicurazioni varie, mense scolastica etc. per un importo massimo di 800 euro per figlio.
- Spese per l'Università: voce a sé stante rispetto alle spese d'istruzione che riguarda i costi per la frequenza delle Università ma che comporta sempre una riduzione del 19% per i pagamenti relativa alla frequenza dei corsi ed eventuali Specializzazioni, Master o Dottorati. In questa categoria rientrano anche i costi di Conservatori, AFAM (Istituzioni Alta Formazione Artistica Musicale Coreutica) e Istituti tecnici superiori (ITS).
- Spese per bambini e ragazzi con diagnosi DSA: riduzione del 19% per sostenere i pagamenti di strumenti compensativi (come formulari e mappe concettuali ) e sussidi tecnici informatici (es: sintetizzatori vocali, pc, calcolatrici ecc…) per favorire l’apprendimento.
- Attività sportive: è possibile ottenere una detrazione del 19% anche per l'accesso a società e impianti sportivi (piscine, palestre ecc…) per un massimo di 210 euro. Per beneficiare della detrazione però, i figli inseriti nel conteggio devono rientrare in una fascia d'età compresa tra i 5 e i 18 anni.
- Spese per il trasporto pubblico: detrazione del 19% per i costi degli abbonamenti al trasporto pubblico per un importo massimo di 250 euro. Questa detrazione può essere cumulata con il bonus trasporti
Anche le spese sanitarie però possono rappresentare una voce valida per applicare delle detrazioni al 19% su un esborso complessivo superiore ai 129,11 euro per ticket sanitari, farmaci, prestazioni specialistiche, dispositivi medici (come gli occhiali da vista) con marchio CE, degenze ospedaliere e persino cure termali.
In caso di figli con disabilità certificata poi, le detrazioni si applicano sui pagamenti per l'acquisto di strumenti per il sussidio e l'assistenza (carrozzine, stampelle, cani guida, eliminazione di barriere architettoniche nell'ambiente domestico) o, in caso di ragazzi non autosufficienti, per la retribuzione degli addetti all’assistenza personale (infermieri o badanti) con un tetto massimo di 2.100 euro per i cittadini con reddito inferiore ai 40.000 euro.