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29 Dicembre 2023
14:00

Tutti i buoni propositi del 2024 per le famiglie, che siamo stanchi rimangano solo buoni propositi

Tantissimi sono i buoni propositi 2024 a tema famiglia. Primo fra tutti, che tutte le famiglie abbiano eguali diritti, combattere la dispersione scolastica, ridurre il gap salariale ed imparare ad essere meno giudicanti nei confronti di chi fa del suo meglio ogni giorno per essere un buon genitore.

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Tutti i buoni propositi del 2024 per le famiglie, che siamo stanchi rimangano solo buoni propositi
2024

Si avvicina l'ultimo dell'anno ed eccoci a stilare una lista infinita di buoni propositi per l'anno che verrà. Elenchi che parlano della palestra da iniziare, di andare di più a trovare i propri genitori, di fare meno straordinari al lavoro e prendersi più cura di sé.  Ad ogni punto una scommessa con sé stessi, alcune realizzabili, altre no, altre ancora di cui puntualmente ci dimenticheremo già a metà febbraio.

Quest'anno vogliamo scrivere una lista di buoni propositi a tema famiglia, guardando a noi stessi, a ciò che ci manca e che vorremmo, ma anche a tutti gli altri. Perché se qualcosa non ci tocca ma riguarda chi ci sta vicino, vale sempre la pena di poter combattere insieme, per dare più voce a chi ne ha meno.

Solo alcuni dei buoni propositi necessari, affinché in un Paese come il nostro inginocchiato sotto il peso della denatalità si faccia davvero qualcosa per rimettere al centro la famiglia, anzi le famiglie, tutte, comunque siano composte.

Stessi diritti per tutte le famiglie

«Salviamo famiglia tradizionale» slogan politico sulla bocca di molti, ma che ormai sa di vecchio e stantio. Sì perché secondo i dati dell'ultimo report Censis sulla popolazione, chi vuole tutelare solamente la famiglia composta da mamma, papà e due bambini sta combattendo per qualcosa che a poco a poco si sta estinguendo. Saliranno a più di 9 milioni da qui al 2040 i single, battendo di gran lunga i nuclei familiari, che ormai sono tanti, diversificati, composti, scomposti e tutti ugualmente bisognosi di diritti. Secondo l'ultimo report Istat, per esempio, circa la metà dei nati nel 2022, il 47.3% per l'esattezza, ha visto la luce al di fuori del contesto matrimoniale, istituzione che fino a non molto fa era considerata fondamentale per dare vita a una famiglia. Con ciò non vogliamo dire che non vadano tutelate anche le famiglie tradizionali ma che bisognerebbe entrare nell'ottica che quella tipologia di famiglia non è più la sola, anzi non lo è mai stata.

due mamme

Per questo bisogna fare in modo che tutte le altre famiglie abbiano gli stessi diritti. Le coppie omosessuali che desiderano convolare a nozze, possono farlo tramite l'unione civile, che garantisce uguali doveri e diritti all'interno della coppia rispetto al vincolo matrimoniale ma non tutela i figli della coppia.

Infatti ad oggi una coppia omogenitoriale composta da due mamme o due papà che si prendono cura in egual misura di quelli che, da loro desiderati e cercati, sono a tutti gli effetti i loro figli, legalmente non ha gli stessi diritti e doveri sul minore di qualsiasi altra coppia. Una sola delle due mamme, quella biologica, e uno solo dei due papà, è considerato il genitore legale del bambino. L'altro? Ha bisogno di una delega scritta per andare a prendere il piccolo a scuola, in caso di separazione potrebbe non vedere mai più quello che è a tutti gli effetti suo figlio e che tra l'altro anche in caso di necessità non può nemmeno portare in ospedale.

In soccorso arrivano alcuni sindaci progressisti che decidono di trascrivere gli atti di nascita di questi bambini inserendo i nomi di tutte e due le mamme o di tutti e due i papà. Peccato che questi atti siano impugnabili in qualsiasi momento, come è accaduto a Padova dove 37 famiglie e altrettanti bambini, si sono visti in un attimo togliere tutti i diritti, anche dopo 6 anni di vita. È evidente che servano leggi per tutelare queste famiglie.

Inoltre nel nostro Paese è illegale la gestazione per altri, unico modo che una coppia omogenitoriale composta da due uomini ha per poter avere un figlio che sia biologicamente di uno dei due papà e le tecniche di procreazione medicalmente assistita sono negate alle coppie omogenitoriali. Per non parlare dell'adozione, iter lungo e complesso per tutte le famiglie, ma strada sbarrata o difficoltosa per coppie omogenitoriali e single. Sono molti i buoni propositi per il prossimo anno.

Congedo parentale con meno squilibri

Ad oggi in Italia le donne che diventano madri hanno diritto a un congedo dal lavoro di 5 mesi. Questo periodo può essere interamente goduto dopo la nascita del piccolo oppure diviso in due mesi prima del parto e tre mesi dopo, oppure ancora in un mese prima del parto e 4 mesi dopo.

Siamo certi del fatto che sia molto importante il contatto pelle a pelle, il nutrimento al seno, per le mamme che scelgono di optare per questa scelta, e anche che l'arrivo di un figlio stravolga la vita, il corpo della madre se ha partorito, gli equilibri familiari, la quotidianità e i ritmi.

Ma il papà gode invece solo di 10 giorni di congedo, molti più dell'unico giorno che gli era concesso quando la legge Fornero venne promulgata nel 2012, ma molti pochi rispetto a quelli concessi alla mamma. Questo crea un enorme squilibrio all'interno della coppia e della famiglia, dicendo neanche troppo velatamente alla neo-mamma che si deve occupare di tutto lei, perché il papà, invece, deve tornare subito al lavoro. Senza contare che questi 5 mesi, anche se non dovrebbero, a volte sono un disincentivo per i datori di lavoro nello scegliere una donna al posto di un uomo per una posizione di lavoro.

genitori

Nessuno chiede che i 5 mesi di astensione al lavoro non vengano riconosciuti alle mamme, ma sarebbe un bel proposito per il 2024 aumentare il congedo del papà, che ha diritto di costruire un rapporto con il proprio bambino, di prendersi cura di lui, nutrirlo, vederlo crescere, non solo per poche ore la notte o nel weekend.

Per non parlare delle coppie omogenitoriali, per le quali nessuna legge tutela la genitorialità del genitore non biologico, e sta solo al buon cuore del datore di lavoro decidere il da farsi quando nasce un bambino.

Favorire la conciliazione tra lavoro e famiglia

Un congedo parentale per tutti e più equilibrato nella coppia rientra sicuramente in questo buon proposito ma non è l'unica misura per la quale bisogna sperare nel 2024. Conciliare lavoro e famiglia significa anche trovare nidi pronti ad accogliere anche i nostri figli, perché nonostante la denatalità che impervia nel nostro Paese, i posti sono sempre troppo pochi. Nonostante le aggiunte tra posti nido e servizi integrativi per la prima infanzia, l'ultimo report Istat che fa riferimento al biennio 2021-2022 ha messo in luce dati allarmanti con il 66.4% delle richieste nel pubblico e il 48.7% nel privato rimaste insoddisfatte.

Un'equità salariale tra uomo e donna si raggiungerà solo nel 2154

Conciliare lavoro e famiglia significa anche appianare le differenze salariali, perché mai una donna single dovrebbe crescere un bambino con maggiori difficoltà economiche rispetto ad un papà? Perché mai una donna dovrebbe, a parità di ruolo e mansione, portare a casa meno soldi del compagno? Secondo i dati dell'osservatorio dei lavoratori dell'INPS, nel settore privato, lo stipendio medio annuo di un uomo si aggira attorno ai 26.227 euro, per le donne scende del 30%, toccando 18.305 euro.

Noi esprimiamo questo buon proposito per il 2024 anche se l'ultimo report condotto dal World Economic Forum spiega che si raggiungerà un'equità salariale tra uomo e donna solo nel 2154. 

Favorire la libera scelta delle mamme che desiderano non allattare al seno

Purtroppo ad oggi scegliere di non allattare al seno, non solo perché non si può ma perché non si vuole, sembra ancora un tabù. Nonostante l'OMS raccomandi l'allattamento al seno come scelta per il bambino, sottolineandone i benefici, è bene che le mamme vengano informate anche sulle formule di allattamento artificiale.

latte in polvere

Ancora oggi nei corsi pre-parto si parla troppo poco, a volte per nulla, di questa possibilità, che esiste ed è perfettamente in grado di rispondere alle esigenze nutrizionali dei piccoli. Esprimiamo quindi il buon proposito che nessuna mamma che sceglie questa opzione per il nutrimento del suo bambino si senta in alcun modo ostacolata o giudicata.

Smettere di giudicare il modo di essere genitori degli altri

Nell'era dei social, i post della famiglia perfetta dove tutti sono vestiti uguali, i bimbi prendono ottimi voti a scuola, i genitori possono chiedere loro ogni cosa con gentilezza senza alcun capriccio in risposta, sono moltissimi.

Ogni genitore è un buon genitore dal momento in cui fa del suo meglio per provare ad esserlo

Tranquilli, la famiglia perfetta esiste solo lì. Nonostante oggi si trovi una risposta su Google a ogni domanda, non esiste una risposta univoca alla ricerca "come faccio ad essere un buon genitore?".  Il motivo è molto semplice, ogni genitore è un buon genitore dal momento in cui fa del suo meglio per provare ad esserlo, anche commettendo degli errori. Un buon proposito per l'anno che verrà potrebbe essere quello di smettere di alzare gli occhi al cielo quando alcuni bambini seduti al tavolo vicino al nostro combinano qualche marachella, o di smettere di guardare male i genitori che danno ai loro figli il cellulare per tenerli tranquilli.

Ancora, di smettere di interferire sulle scelte educative degli altri, piuttosto se vediamo un genitore in difficoltà facciamogli sentire il nostro supporto, è l'unica cosa che desidera.

Combattere la dispersione scolastica

Nello Stivale c'è un'enorme differenza tra nord e sud d'Italia rispetto all'offerta formativa, e alle strutture destinate all'educazione di ragazze e ragazze, per questo troppo spesso si verifica un fenomeno che prende il nome di dispersione scolastica. Ossia molti studenti la mattina quando l'insegnante fa l'appello non rispondono, perché semplicemente a scuola non vanno. Altri studenti, invece, a scuola si presentano ogni anno ma quando sono sottoposti alle prove Invalsi che servono a verificare le competenze acquisite negli anni di studio, sono lontanissimi da quegli obiettivi nazionali che il Paese si aspetta da loro.

Solo 4 scuole su 10 a livello nazionale dichiarano di avere spazi vivibili e di qualità

I motivi sono i più disparati, per esempio il fatto che moltissime scuole elementari non offrano il tempo pieno nel sud Italia. Solo il 18.8% delle classi in Campania offre 40 ore settimanali di lezioni. Per non parlare del servizio mensa, fondamentale per le famiglie più povere, una percentuale compresa tra il 5 e il 20% delle scuole campane ha il servizio mensa al suo interno. Ma il dato più allarmante è questo: solo 4 scuole su 10 a livello nazionale consegnano annualmente il certificato di agibilità, documento che attesta la presenza di spazi scolastici vivibili e di qualità. Questo buon proposito va gridato molto forte contro il tasso di dispersione scolastica che in Italia supera il 20%, perché un Paese che non investe nella formazione dei propri giovani ha fallito in partenza.

Lo psicologo in tutte le scuole

Gli studenti italiani sono oppressi da un sistema scolastico antico, basato sul merito e poco accogliente nei confronti di chi non è perfettamente in grado di raggiungere gli obiettivi minimi previsti. Lo psicologo, invece, nonostante il bonus, ancora un tabù o una chicca per pochi. Per questo una delle richieste che gli studenti fanno da tempo immemore ormai è quella di avere un professionista pronto ad ascoltarli tra le mura dell'istituto che li accoglie per diversi anni. Come spiega l'indagine condotta dal Ministero dell'Istruzione su un totale di 8183 istituti solo 5662 hanno attivato al loro interno lo sportello di ascolto psicologico.

Dunque il buon proposito per il nuovo anno, visto il crescente numero di giovani che soffrono di disturbi d'ansia o di forme di depressione è che lo psicologo sia accessibile a tutti e che se ne trovi almeno uno in ogni scuola.

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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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