Vi è mai capitato, in vacanza, di vedere una di quelle famiglie nordeuropee con almeno tre bambini, vicinissimi di età, ognuno col proprio bagaglio minuscolo, tutti educatissimi e sorridenti, coi genitori giovanissimi che sembrano usciti da un sogno hippie dove tutti sono sereni e con collane di fiori al collo? Ecco, tenete a mente quest'immagine.
"Amore, vieni, facciamo pipì."
"Non devo farla."
"Tesoro, anche se non ti scappa, vieni comunque in bagno. La prossima area di sosta è tra 100 chilometri."
"NO."
Cinquecento metri dopo l'autogrill: "Devo fare pipì."
È la storia dei nostri viaggi. Forse i bambini nordeuropei fanno la pipì a comando e a intervalli precisi, e mangiano la frutta fresca amorevolmente preparata in anticipo dai genitori giovanissimi senza sbrodolarsi e appiccicarsi dita, viso, gambe e cucciolo al seguito. Sì, perché si portano anche il cane, con bandana al collo ed educatissimo e felicissimo come i bambini.
Noi, genitori imperfetti, non riusciamo a chiudere il bagagliaio dell'auto, perché all'ultimo minuto abbiamo infilato buste e zainetti pieni di roba dimenticata ma indispensabile, tipo un barattolo da due litri di colla vinilica, perché quando scappa di fare lavoretti con foglie e conchiglie non ci si può trattenere. Mica come la pipì. Loro, invece, hanno bagagli perfetti per trascorrere cinque settimane a duemila chilometri da casa in piena autonomia, pronti ad affrontare qualsiasi tipo di meteo, fascia climatica, scalata in cordata o a mani nude.
Non sentirete mai urlare i genitori, non vedrete mai menarsi i bambini. La crema solare appare magicamente sui loro corpi, non c'è bisogno di inseguirli. Io compravo quella spray, così potevo spruzzarla mentre le correvo dietro. Urlando, ovviamente. Non sono bambini-soprammobili, sia chiaro: fanno cose totalmente spericolate dal punto di vista di noi europei medi del sud. Hanno minuscole attrezzature sportive infilate nei loro perfettissimi bagagli con le quali possono scalare le Dolomiti o attraversare il Mediterraneo pagaiando.
Noi, arrivati sul posto, scopriamo che i braccioli sono di una misura troppo piccola perché abbiamo dimenticato di controllarli prima di partire. I nostri figli imparano a nuotare perché dopo tre anni di questa storia ti scocci e dici loro: "Basta, vi insegno a galleggiare, almeno."
Per quanto ci impegniamo a organizzare in anticipo, per quanto stiliamo liste e facciamo schemi mentali, non riusciamo mai a essere all'altezza delle famigliole perfette: le nostre auto saranno sempre accampamenti, i nostri bagagli pieni di roba inutile. Ogni sosta sarà sempre un litigio, un "No, non te lo compro il tubo con diciottomila barrette di cioccolato!", un "Fai la pipì o ti metto un telo di plastica sul sedile e sono fatti tuoi!". Il tutto mentre guardi sognante la famigliola perfetta che rientra in auto, col cane che ti guarda dal lunotto mentre si allontana, con l'aria di chi vorrebbe dirti: "Coraggio. Tieni duro. Settembre è vicino. Wof."