Doveva essere una trovata spiritosa per macinare vendite in occasione della Festa della Mamma. Il risultato ottenuto però, non è stato esattamente quello sperato.
La tazza «Un po’ la Franzoni la capisco» non è infatti proprio andata giù ai tanti estimatori di "Piattini Davanguardia" – seguitissima pagina di vendita di ceramiche dipinte – i quali hanno inondato il post incriminato con centinaia di commenti indignati per la scelta di accostare le tribolazioni della maternità con un celeberrimo caso di cronaca nera.
Annamaria Franzoni, lo ricordiamo, è infatti la madre condannata nel 2008 a 16 anni di carcere per l'omicidio del figlioletto Samuele Lorenzi nel tristemente noto "caso di Cogne".
L'intento della pagina di merchandising gestita da Annagina Totaro e Andrea Cardano era dunque quello di scherzare sui possibili eccessi di rabbia e frustrazione che potrebbero cogliere le mamme alle prese con le intemperanze dei propri piccoli.
Stavolta però sembra che il black humor che in passato si è rivelato un punto di forza dei loro prodotti abbia lasciato spazio solamente al cattivo gusto.
«Veramente oscena. Non si può assolutamente scherzare su una tragedia. Un bambino è morto e voi ci fate una tazza?» scrive un'utente perplessa. «No. Vi ho seguito sempre con grande entusiasmo ma questa proprio no. TERRIBILE» le fa eco un'altra fan della pagina.
La risposta dei due responsabili dell'attività non si è però fatta attendere.
«Qui nessuno sta scherzando su una tragedia, tanto meno sta facendo ironia – ha scritto la coppia barese – Si tratta di una riflessione, punto. Avere una crisi d’ira nei confronti di un figlio è lecito così come tante mamme si sono trovate nella situazione di aver pensato “io lo uccido”. Noi “un po’” la Franzoni la capiamo ma non giustifichiamo quello che ha fatto. Qui nessuno vuole incitare nessuno a uccidere esseri umani. Amen».
Insomma, nessun passo indietro, anche perché la mug – messa in commercio lo scorso Natale – continua ad essere disponibile nello shop online e il post tanto discusso non è stato cancellato.
La replica però non è bastata a placare gli animi.
Anzi, sono molti i follower che hanno etichettato la risposta come la proverbiale "toppa peggiore del buco", censurando così la banalizzazione di una situazione complessa come quella di una mamma che si trova in difficoltà.
Perché leggerezza e ironia sono sempre le benvenute per non prendersi troppo sul serio nel nostro percorso di genitori, ma lasciamo stare storie di cronaca e fatti che con comicità e leggerezza non hanno nulla a che fare.