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13 Novembre 2023
10:00

Videogame e digitalizzazione: ecco come sarà la scuola del futuro

I videogame potrebbero essere introdotti nelle classi, come strumento di apprendimento per le materie di studio come la storia. Sono queste le previsioni degli esperti che si sono riuniti all'Apulia digital experience 2023.

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Videogame e digitalizzazione: ecco come sarà la scuola del futuro
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Difficile immaginare una scuola completamente digitalizzata, quando i plessi scolastici spesso devono fare i conti con strutture fatiscenti e servizi carenti. Eppure, la scuola del futuro è più di un semplice progetto e i videogiochi, che spesso vengono demonizzati dai genitori perché tolgono tempo allo studio, potrebbero contribuire alla formazione dei giovani, aiutando gli insegnanti a veicolare alcune materie scolastiche, fra le quali la storia.

Tecnologia, studio e divertimento possono essere le facce di una stessa materia, affinché i giovani studenti possano apprendere con più facilità, attraverso un linguaggio, tipico delle nuove generazioni, il game.

Se ne è parlato ad Apulia digital experience 2023, la prima conferenza internazionale made-in-Italy dedicata all'innovazione digitale nelle industrie creative, che si è tenuta a Bari dal 10 al 12 novembre. Il gioco è spesso utilizzato come mezzo didattico e questa prospettiva può essere applicata anche ai videogame. E non è una novità assoluta, perché Antoni Brusa, fondatore di Historia Ludens, ha ricordato che esistono già giochi, utilizzati dalle case editrici, che possono essere utilizzati in classe, per far comprendere meglio le ambientazioni storiche di epoche lontane, come quella greca o romana.

I videogame educational possono essere utili, nelle scuole, esattamente con un libro, sfruttandone correttamente la potenza del simbolico. «Non è tanto la parte didascalica a essere importante ma quella che rimane attraverso l'esperienza diretta. Con l'interazione entra a far parte del Dna e della memoria», ha spiegato Fabio Belsanti, ceo e founder di AgeOfGames.

Il ceo ha anche affermato di aver già avviato qualche progetto educativo con alcuni istituti, creando dei videogame educativi ad hoc che tra gli studenti hanno riscosso moltissimo successo. Gli alunni hanno colto dunque non solo la parte divertente del videogioco ma anche quella pedagogica che ha permesso loro di imparare e fare propri i concetti.

Dobbiamo però allontanare la mente dall’idea dei videogame con cui i ragazzini si sfidano per ore. I giochi educativi devono essere brevi, intensi e studiati affinché l’insegnate li possa usare come strumento di formazione.

Il direttore di Apulia Film Commission, Antonio Parente, ha anche posto l’accento sul settore audiovisivo, che comprendente l’animazione, il metaverso e il gaming, come parte vitale dell’industria creativa. Ovviamente le sfide produttive e i tempi di realizzazione sono complesse, ma un Paese come l’Italia non può e non deve rimanere indietro. Lo deve fare per i suoi ragazzi, che meritano una scuola del futuro, dove si può imparare anche giocando, se si riconoscono le potenzialità dei videogiochi.

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