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22 Marzo 2024
17:00

White Flight: il fenomeno che arriva dagli USA ma colpisce le scuole dell’obbligo italiane

Il White Flight è un fenomeno nato in America ma molto presente nelle scuole meneghine. I genitori degli alunni italiani tra i criteri di scelta della scuola elementare inseriscono anche il numero di studenti stranieri presenti, come fosse un indice di qualità. Così accade che le scuole si spopolano di alunni italiani e diventano ghetti per gli studenti stranieri.

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White Flight: il fenomeno che arriva dagli USA ma colpisce le scuole dell’obbligo italiane
classe interculturale

Il fenomeno chiamato White Flight ha un nome inglese, perché arriva dall’America, ma da ormai molti anni è presente anche tra i banchi delle scuole italiane. Come suggerisce la parola, gli alunni italiani, fin dalle elementari, volano via da quegli istituti che hanno un’alta percentuale di alunni stranieri iscritti, finendo così per rendere la scuola un ghetto e togliendole la possibilità di essere il primo luogo in cui i ragazzi sperimentano la bellezza dell’interculturalità.

Lo studio sul White Flight a Milano

Ad essersi occupati del tema del White Flight legato alle scuole di Milano, sono stati due professori del Politecnico della città meneghina, Costanzo Ranci, professore di Sociologia al Politecnico, autore insieme a Carolina Pacchi. Secondo i ricercatori che si occupano del tema da anni, vi sarebbe una migrazione degli studenti bianchi nelle scuole private o meglio un abbandono delle scuole di quartiere in cui si trovano o in cui sarebbe comodo iscriversi, poiché sempre più popolate da alunni di origine straniera. I bambini stranieri, anche se di seconda generazione, dunque nati in Italia, subiscono dunque una forte segregazione, finendo in classi prive di compagni di classe italiani. Sarebbero proprio i genitori a scegliere questo per i bambini, ciò è quanto risulta da una ricerca svolta dai due professori, iniziata nel 2014 e ri-aggiornata nel 2021:“White Flight a Milano. La segregazione sociale ed etnica nelle scuole dell’obbligo”.

classe interculturale

Dagli studi svolti in un arco temporale di 8 anni i ricercatori hanno affermato che a Milano il 56% dei piccoli studenti milanesi di età compresa tra i 6 e i 10 anni migra verso scuole private o fuori quartiere.

A scegliere una scuola di quartiere sono invece le famiglie straniere, dando vita così ad istituti con il 70-80% degli alunni  stranieri. I quartieri maggiormente coinvolti a Milano sembrerebbero essere Quarto Oggiaro, Comasina, Mac Mahon, Dergano, Giambellino, Tirana, Gratosoglio, Ponte Lambro, quadrilatero di San Siro, via Padova e piazzale Maciachini.

Anche la scuola primaria di Pioltello, Iqbal Masih, recentemente portata alla ribalta dai notiziari per la decisione di chiudere un giorno in più per permettere agli alunni di fede islamica di festeggiare l'ultimo giorno di Raman, altro non è che un istituto in cui il 40% della popolazione studentesca della scuola è straniera.

Ma perché gli alunni italiani se ne vanno?

Premesso che per legge ormai dagli anni ‘80 non è più obbligatorio iscrivere i propri figli nella scuola di quartiere, le scuole durante gli Open Day, giornate in cui gli istituti cercano di mostrare la propria offerta formativa, così che i genitori dei futuri studenti la ritengano più appetibile di altre, offrono dei dati ai genitori, per aiutarli nella scelta. Il professor Ranci, in un'intervista rilasciata per “Io Donna” nel dicembre 2022 aveva però specificato: «I genitori interpretano la composizione sociale della scuola come un indice di qualità. Ma in realtà non ricevono gli strumenti adatti a capire davvero».

studentessa islamica

Tra i criteri di scelta di un istituto, i genitori, infatti, tendono a preferirne uno in cui hanno la certezza che gli alunni stranieri o nati in Italia ma da genitori stranieri, saranno in una percentuale minima. C’è questa tendenza da parte dei genitori italiani a ritenere una scuola con una grande percentuale di studenti stranieri, meno valida di una scelta da studenti per lo più italiani.

I genitori italiani ritengono una scuola con una grande percentuale di studenti stranieri meno valide

Inoltre il desiderio di questi genitori sembra quello di garantire ai figli un contesto sociale omogeneo in cui studiare per i primi anni della loro vita.  Il professor Costanzo Ranci, intervistato da “Il Giorno”, ha però precisato che: «Straniero non è uguale a rendimento scolastico inferiore. Non c’è nessun dato che dimostri che la presenza di questi alunni incida sull’apprendimento generale della classe».

Come arginare il fenomeno del White Flight

Il fenomeno della White Flight non fa bene alla scuola, ai bambini e alla società tutta. Le ondate migratorie portano con loro persone dalla cultura e dalle tradizioni molto diverse da quelle locali, e sono fonte di arricchimento culturale, non qualcosa da cui scappare. Per questo le scuole cercano di mettere in atto come possono delle strategie per invertire questo fenomeno che ormai esiste da anni.

  • Migliorare l’offerta formativa: pc, lavagne interattive, nuovi metodi pedagogici e di insegnamento che spesso vengono messi in atto dalle scuole private. Le scuole cercano di migliorare la propria offerta formativa per dimostrare che la provenienza degli alunni non c’entra nulla con le possibilità di apprendimento che la scuola offre.
  • Creare progetti di interculturalità: le scuole propongono attività e uscite scolastiche che promuovono la bellezza dell’interculturalità e le sue potenzialità di insegnamento per i bambini.
  • Collaborazione tra istituti: le scuole collaborano per cercare di gestire le iscrizioni degli alunni, in modo da poter garantire classi eterogenee ovunque.
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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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