E se i supereroi di un fumetto fossero una mamma e un papà?
Yehuda e Maya Devir sono due illustratori che disegnano le loro avventure di famiglia nella fortunata serie di fumetti “Uno di questi giorni”. Marito e moglie si mostrano senza filtri, riuscendo così a empatizzare con il loro pubblico soprattutto mostrando quanto la loro vita di coppia sia cambiata da quando sono diventati genitori di Ariel ed Ethan. Sono spesso protagonisti di situazioni tragicomiche, ma dai loro disegni traspare tutto l’amore che provano l’uno per l’altra e quello che provano per i loro bimbi.
Ma come in ogni famiglia ci sono momenti anche meno belli e non sempre semplici da gestire, come le difficoltà che hanno affrontato per diventare genitori e il dolore provato a ogni test di gravidanza negativo. Hanno imparato a scontrarsi con la realtà dei fatti, che non è quella patinata che vediamo ogni giorno sui social. Perché genitori non ci si nasce ma ci si diventa, affrontando anche e soprattutto i periodi negativi.
Emozioni che Yehuda ha provato e descritto nel fumetto “Va tutto bene” quando, dopo la nascita della sua primogenita, non si sentiva all’altezza di essere padre. Racconta: “Va bene quando piange tra le tue mani. Va bene che lei voglia solo sua madre. Va bene che tu non abbia quella connessione di cui tutti parlano e va bene che tu non la faccia ridere. Va bene che tu sia stanco. Va bene che tu sia arrabbiato. Va bene chiedere un abbraccio. Va bene sentirsi deboli. Va bene essere lunatici. Va bene sentirsi soli. Va bene chiedere aiuto. Va bene"
Anche Maya ha rappresentato sotto forma di fumetti le difficoltà vissute dopo la nascita di Ariel e anche quanto sia stato difficile per lei distaccarsi dalla bimba per poter tornare a lavorare full time, un momento che ha mostrato in tutta la sua vulnerabilità e che ha vissuto, come sempre, accanto a Yehuda. "È giunto il momento. Il lavoro si stava accumulando e abbiamo dovuto registrare Ariel in un asilo nido Maya ha il cuore spezzato, ma sappiamo che Ariel è in ottime mani e si abituerà più velocemente di quanto pensiamo – racconta Yehuda – Ogni passo che tiene Ariel lontano da noi è difficile, ma secondo me la vera difficoltà non è la lontananza da lei, ma la consapevolezza che stia crescendo".